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Renzi piglia-tutto. Anche il Parlamento. Rapporto Openpolis

Che Renzi “calamita” abbia monopolizzato la scena politica è cosa nota e sotto gli occhi di tutti. Quello che invece può sfuggire e che invece rivela Openpolis è la capacità del presidente del Consiglio di concentrare nelle sue mani anche il potere legislativo.

I DATI
Dai dati dell’indice di produttività parlamentare da marzo 2013 a ottobre 2014, si scopre che l’84% delle leggi sono di iniziativa governativa. Solamente 14 leggi su 86 sono invece di iniziativa parlamentare, una percentuale bassissima. Si tratta infatti, attesta il centro studi Openpolis, di semplici procedure burocratiche necessarie per adempimenti formali che si ripetono all’inizio di ogni legislatura, vedi la creazione di Commissione Parlamentari di inchiesta, o ddl per la ratifica di trattati internazionali.

PARLAMENTO PASSACARTE

Ciò provoca un cortocircuito tra poteri, rileva l’associazione: “Il Parlamento è il detentore principale del potere legislativo, che comunque condivide con altri soggetti, tra cui, appunto, il governo. Il problema sorge quando, come nell’attuale situazione, questi ruoli si invertono”. Con un governo mattatore, “a farne le spese è il Parlamento nel suo complesso, ma anche la maggioranza che lo sostiene relegata nei fatti al ruolo di schiaccia bottoni e bypassata dall’Esecutivo che ha cercato direttamente l’accordo con le opposizioni”.

OLIGARCHIA PARLAMENTARE

Dei quasi mille parlamentari poi, quelli che riescono a influire sui processi parlamentari non arrivano a cento. Tra i deputati più produttivi, il podio è formato da Matteo Bragantini (Lega Nord, primo posto), Francesco Paolo Sisto (Forza Italia, secondo), Massimiliano Fedriga (Lega Nord, terzo). Al Senato la più produttiva è Loredana De Petris (Sel), seguono Giorgio Pagliari (Pd) e Roberto Calderoli (Lega Nord).

CHI NON PRODUCE (MA E’ INFLUENTE)

Inesistente l’attività parlamentare alla Camera degli azzurri Antonio Angelucci, Bruno Archi, Luigi Cesaro, Sestino Giacomoni, Gianfranco Rotondi e Daniela Santanchè e al Senato dei forzisti Riccardo Conti, Niccolò Ghedini, Alfredo Messina e Denis Verdini e dell’alfaniano Paolo Bonaiuti. Anche se l’associazione fa notare come l’inattività in Parlamento si contrappone al peso politico che alcuni di loro ricoprono: “Mai come in questo momento, la leadership politica è separata dall’incaro parlamentare. Non sono deputati o senatori – per motivi diversi – né Renzi né Grillo né Berlusconi. Allo stesso modo, sarebbe opportuno che in Parlamento fosse eletto chi effettivamente ha intenzione si svolgere quel mandato”.


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