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Rota Romana gratis? Ecco quanto perderebbero gli avvocati

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Antonino D’Anna apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.

L’uscita di Papa Francesco sulla gratuità dei ricorsi alla Rota Romana, il tribunale supremo che si occupa delle sentenze definitive di annullamento matrimoniale, ha scontentato gli avvocati rotali. I quali non sarebbero pronti per veder diminuire un giro d’affari già in diminuzione grazie alla mentalità divorzista ormai diffusa e che rende in media circa 2000 euro a causa.

Per annullare un matrimonio occorre un periodo di circa due anni per grado e si richiedono almeno due sentenze concordi.

Facciamo un esempio, grazie alle pagine del Tribunale Ecclesiastico Regionale Lombardo (www.terl.it): si paga un contributo alle spese processuali (minimo rispetto ai veri costi del processo, sostenuti invece dalla Cei, Conferenza Episcopale Italiana), più l’onorario del Patrono, e cioè l’avvocato.

La parte attrice ha un contributo fisso di 525 mentre il/la convenuta che sta in giudizio da sola non deve niente; se si costituisce in giudizio con un proprio Patrono paga il contributo al 50%, e cioè 262,50 .

Il Patrono percepisce per il primo e secondo grado di giudizio insieme (se quest’ultimo si conclude con un decreto di conferma del primo) da un minimo di 1.575 ad un massimo di 2.992; per il secondo grado di giudizio, se invece si rende necessario riprendere dettagliatamente l’esame della causa, allora si va da un minimo di 604 ad un massimo di 1.207.

Il tutto al netto di oneri fiscali e previdenziali, che vanno aggiunti, ossia Iva al 21% e Cassa forense al 4%: in questo caso la tariffa massima tocca quota 3.765,13 e la minima 1.887,60 , contributo fisso escluso.

Se però si ha un reddito inferiore ai 12.000 l’anno si può chiedere la tariffa minima, oppure il patrocinio gratuito.

Se si ottiene dal Tribunale il Patrono Stabile, che non è gratuito patrocinio, ma è un avvocato in organico al Tribunale assegnato per esigenze pastorali o economiche, si è tenuti al solo contributo alle spese processuali.

Il secondo grado si svolge presso il Tribunale Ecclesiastico Regionale Ligure; Milano è secondo grado per Piemonte e Triveneto.

Quando le sentenze tra primo e secondo grado sono discordi, si ricorre alla Rota Romana.

Chi invece chiede la dispensa per il matrimonio rato e non consumato, deve sempre il contributo da 525 euro al Terl se è parte «oratrice», e cioè che introduce la causa, a cui si aggiunge un contributo di circa 1.000 euro che si deve alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti; il convenuto non deve niente in ambo i gradi. Al Terl tocca la fase istruttoria, mentre quella decisoria è competenza di Roma.

Questi i dati Terl: al 1° gennaio di quest’anno pendevano 225 cause di prima istanza, delle quali 4 iniziate nel 2011, 67 nel 2012, 154 iniziate nel 2013. Per la seconda istanza 92, delle quali 3 iniziate nel 2011, 11 nel 2012, 78 nel 2013.

Dal picco di 478 cause pendenti tra primo e secondo grado nel 2010, il 2013 ha visto una brusca discesa a quota 317, ossia circa il 36% in meno. Fedeli, fate i vostri conti.

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