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Se solo Roma si ricordasse di Remoria

Riguardando ai fatti di Tor Sapienza con la distanza di qualche giorno, e nella penombra della quotidianità non più illuminata dall’attenzione dei media, già rivolti altrove, c’è la possibilità di riflettere sul tradimento dell’identità che nei fatti di Tor Sapienza si è verificato. Perché Roma, la Roma – Lupa, nelle sue fondamenta, tra le fondamenta stesse su cui è edificata potrebbe trovare la risposta per risolvere innanzitutto a livello di principio, perché i principi ancora devono contare, prima ancora che sul pianto pragmatico e amministrativo. Urbano e sociologico.
E la risposta sta tutta in quelle manciate di terra, quei pugni di terra che i fondatori dell’Urbe hanno gettato dentro il fossato circolare là nella Remoria, fatto scavare da Romolo e dentro il quale sono finiti i resti di Remo e del suo sangue. Gente venuta da altrove ha eretto Roma e l’accoglienza e il mescolamento, il meticcio terriccio giace proprio sotto le sue fondamenta. Perché solo le fondamenta dal sangue meticcio possono ambire a sorreggere un impero.
La lupa sfama ed edifica il terreno su cui potrà volare l’aquila. E l’aquila infatti vola e simboleggia gli imperi che sono tutti battezzati da sangue e lotte di fuggitivi. Ricordiamocelo. Perfino il gladiatore, nella sua filmica rappresentazione, dentro al Circo Massimo ha visto compattarsi nella colonna unita mercenari di colore e razze diverse. Tant’é.



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