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Torino senza buon senso “civich”

A Torino, due giorni fa, un panettiere si è ribellato a una pattuglia di vigili urbani che stava multando l’auto di un suo cliente e che era parcheggiata in doppia fila. I vigili urbani, dato che il panettiere non era stato educato nei loro confronti, gli hanno chiesto i documenti. Ma il panettiere, innervosito dal troppo zelo dei vigili, continuando a borbottare gli ha voltato le spalle e ha fatto per tornare al suo forno, nella nuvola della sua farina. Al che gli ufficiali dello Stato non ci hanno pensato su due volte. Lo hanno preso e con una buona dose di energia lo hanno costretto dentro alla volante e condotto in centrale. Ora è ovvio che la crisi è un lievito che fa gonfiare i petti. Così come è ovvio, e assai curioso, che tra Novembre e Dicembre lo zelo dei vigili urbani aumenti enormemente.
Ad ogni buon conto, le riprese del fatto sono disponibili su youtube e ognuno può trarne la propria personale interpretazione. Personalmente il dettaglio che trovo più croccante in questa vicenda è che i vigili urbani a Torino li chiamano “civich”. Etimologia alla mano, coloro che devono far applicare il senso civico. E l’educazione civica, sappiamo bene, quanto sia la più bistrattata delle materie a scuola. Non solo, storicamente i vigili urbani di Torino discendono da quelli che si chiamavano “Cavalieri d’Ordine”, “Cavalieri di Virtù”, “Cavalieri di Giustizia”. Insomma sono un corpo che ha una tradizione che risale fino al MedioEvo. Uomini d’ordine e di virtù. Depositari del senso civico. Ma il senso civico non dovrebbe essere buono a prescindere?
Da un paese come il nostro ai civich, conti alla mano, non conviene che emigrare. Se c’è una cosa che all’estero non ci invidiano è, infatti, proprio il senso civico. Noi italiani siamo tipi che se uscendo da un parcheggio urtiamo contro un’auto in sosta, ci guardiamo intorno, e quatti quatti ci dileguiamo. Siamo gentaglia, abituata, anzi fortificata da una maleducazione millenaria, a lasciare l’auto dove ci capita. Perfino davanti ai passi carrabili. Donne, motociclisti e ciclisti poi, in tema di codice della strada e di vivere urbano, sono le tre trombe dell’Apocalisse. Non a caso la prima cosa che chi arriva in Italia nota del nostro paese è il chiasso e gli schiamazzi nei parcheggi di stazioni e aeroporti. Civich emigrate. Con il nome al seguito.

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