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Xiaomi e Lenovo, ecco gli smartphone cinesi che insidiano Samsung e Apple

E’ cinese il terzo maggiore produttore mondiale di cellulari, e forse è solo un dettaglio che si chiami Xiaomi o Lenovo. Nei giorni scorsi infatti il terzo gradino del podio è appartenuto prima all’una poi all’altra ma un fatto è certo: dopo Samsung e Apple in classifica c’è un vendor della Tigre asiatica.

VENDOR CINESI IN ASCESA

Nei giorni scorsi, Idc ha annunciato che, in base al suo ultimo report, il produttore cinese di smartphone Xiaomi è salito al terzo posto della classifica mondiale, soprattutto per il successo del suo modello di fascia alta, il Mi4. Xiaomi è entrata così per la prima volta nella Top Five dei produttori di smartphone.

Secondo Idc, Xiaomi controlla il 5,3% del mercato mondiale, rispetto al 2,1% di un anno fa, in crescita del 211% anno su anno. Nella lista della società di ricerche Samsung resta prima nonostante abbia subito una flessione dei volumi distribuiti, seguita da Apple. Quarta è un’altra cinese, Lenovo, a pari merito con LG.

Anche Strategy Analytics ha pubblicato la sua classifica dei maggiori vendor mondiali di smartphone ponendo Xiaomi in terza posizione dopo Samsung e Apple. “Xiaomi è stata la star performer dello scorso trimestre, catturando una quota record di mercato, quasi il 6%”, sottolinea Neil Mawston, executive director di Strategy Analytics. “Gli smartphone di Xiaomi basati su sistema Android sono molto apprezzati in Cina e ne vengono distribuiti milioni ogni trimestre grazie a estesi canali di vendita online”.

Il giorno dopo la pubblicazione dei dati di Idc, Lenovo ha però annunciato il completamento della sua acquisizione di Motorola Mobility (per la quale ha sborsato 2,91 miliardi di dollari) indicando che questo l’ha spinta in classifica al di sopra di Xiaomi: “Motorola e Lenovo sono chiaramente in terza posizione con 25,6 milioni di device venduti, l’8,7% di quota di mercato e una presenza globale”.

Chiunque si contenda il terzo posto in classifica, resta il dato di fatto che le cinesi avanzano a passi da gigante mentre Samsung deve battere in ritirata. Per Idc, il market share della sud-coreana è sceso dal 32,5% al 23,8%, con volumi distribuiti in calo dell’8,2%, segno che l’azienda risente della concorrenza di Apple e dei vendor low-cost come Xiaomi e Lenovo. Gli utili della divisione smartphone di Samsung nel terzo trimestre sono crollati del 74%. Anche lo share di Apple è sceso, ma solo dal 12,9% al 12%, e Idc fa notare che le vendite di iPhone sono salite del 16,9% rispetto al terzo trimestre del 2013.

FOCUS SU CINA E ASIA

La strategia che ha aiutato Xiaomi a costruire il suo strepitoso successo è il focus sulla Cina e sui mercati vicini del Sud-est asiatico, dove i suoi modelli a prezzi accessibili hanno avuto una rapida diffusione. Il Mi4 è un telefono di fascia più alta pensato per far concorrenza al Galaxy S5 di Samsung e all’iPhone di Apple e ha spinto le vendite nell’ultimo trimestre.

Quanto a Lenovo, i suoi volumi di vendita sono in crescita grazie soprattutto al successo dei modelli A369i e A316, che costano meno di 100 dollari e sono rivolti ai mercati emergenti dell’Asia-Pacifico, al Medio Oriente e all’Africa.

“Xiaomi, Lenovo ed LG Electronics hanno tutte registrato una crescita ben superiore al mercato, anche se seguendo strategie nettamente differenti”, commenta Ramon Llamas del mobile phone research group di Idc. “Questo dimostra che c’è ancora spazio per competere su questo mercato, che sia nella fascia bassa, come ha fatto Lenovo, sulla fascia più alta come ha fatto Xiaomi, o su entrambi i segmenti come fa LG Electronics”.

Tuttavia per ora il successo di Xiaomi è molto legato alla Cina e ai Paesi asiatici: qui riesce facilmente a erodere quote di mercato alle leader. Competere con Samsung e Apple in Europa o in America le sarà invece più difficile.

XIAOMI, LA “APPLE DELLA CINA”

Xiaomi viene comunemente descritta come la “Apple della Cina” perché i suoi modelli “ricordano” molto da vicino quelli della Mela, e il suo fondatore Lei Jun come “lo Steve Jobs cinese”.

Tra le strategie di Xiaomi c’è quella di vendere ai clienti direttamente online e questo la aiuta a tenere bassi i costi (il modello di punta, Mi4, costa 1.999 yuan sul suo sit web cinese, contro i 5.288 yuan dell’iPhone 6); il guadagno viene garantito poi dalla vendita di servizi e accessori che accompagnano i telefoni.

L’obiettivo dichiarato è far crescere le vendite di cinque volte l’anno prossimo portandole a 100 milioni di unità, entrando su una dozzina di nuovi mercati ad alto tasso di crescita, come Malesia, Indonesia, India Tailandia, Russia, Turchia, Brasile e Messico. Poi potrebbe essere la volta di Usa e Europa ma in Occidente il vendor cinese è destinato a scontrarsi con delle difficoltà, “perché il suo brand è poco noto e ogni anno l’azienda viene colpita da cause su possibili violazioni di brevetti tecnologici”, nota Mawston di Strategy Analytics. Anche il chief designer di Apple Jony Ive, senza nominare Xiaomi, ha parlato di vendor cinesi che non sviluppano le loro tecnologie ma le “rubano” ad altri.

In più, molti Paesi non si “fidano” del vendor cinese temendo rischi per la sicurezza delle comunicazioni nazionali: in India, per esempio, il governo ha invitato le forze militari a non usare gli smartphone di Xiaomi per paura di furto di dati o spionaggio, una decisione che ha spinto Xiaomi a dichiarare ufficialmente che non raccoglie dati degli utenti senza il loro consenso e a spostare i dati dei clienti non cinesi fuori da Pechino verso data center gestiti da Amazon.

Xiaomi ha fatto molti sforzi per rendersi più gradita all’Occidente, per esempio ha assunto top manager da Google, tra cui il vice president di Android, il brasiliano Hugo Barra, che ora è capo delle international sales di Xiaomi.

HUAWEI, UN’ALTRA CINESE DA PODIO?

La competizione serrata per il terzo e quarto posto nella classifica mondiale dei produttori di smartphone indica quanto competitivo sia diventato questo mercato. Samsung e Apple siedono ancora in vetta, ma i tre vendor nelle posizioni successive erano separati solo da 0,2 punti percentuali prima che Lenovo annunciasse l’assorbimento di Motorola, fa notare Idc (Xiaomi aveva il 5,3%, Lenovo il 5,2% ed LG il 5,1%).

La lotta è così serrata che le società di ricerca non riescono più ad accordarsi su chi si trovi nelle prime posizioni. Strategy Analytics mette Samsung, Apple e Xiaomi sul podio, ma dopo sarebbero seguite da LG (5,2%) e Huawei Technologies (5,1%), un’altra cinese.

Lenovo però ha una marcia in più dopo il completamento dell’acquisizione di Motorola e non solo perché in un solo colpo arriva all’8% di market share, più di Xiaomi e Huawei, come nota Jack Narcotta, analista di Technology Business Research: Lenovo con Motorola acquisisce anche un prezioso portafoglio di proprietà intellettuale (che manca per esempio a Xiaomi). “In più l’ampia gamma di device aiuterà Lenovo a diventare la scelta preferenziale rispetto a Xiaomi, Huawei ed LG per i consumatori che cercano uno smartphone Android di fascia medio-bassa”, dice Narcotta.

Ma il quadro è in evoluzione e il motivo è che la Cina, il più vasto mercato mondiale per gli smartphone, si sta avvicinando alla saturazione, costringendo i vendor locali a cercare l’espansione all’estero, come ha riconosciuto lo stesso Ceo di Lenovo Yang Yuanqing: “Se restiamo confinati alla Cina non è sufficiente, dobbiamo vincere sul mercato globale”. Le classifiche potrebbero presto cambiare.

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