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Una coda a un museo? O vedere altri due luoghi culturali italiani

Su Twitter l’attuale ministro Franceschini parla con orgoglio delle file ieri di persone in coda per i musei. Io non sarò mai ministro. Se no mi verrebbe un infarto a vedere persone in fila per aver accesso alla cultura gratuita. Significa che chi non ha i soldi deve avere anche l’umiliazione di stare in coda, di perdere tre ore di più di chi può permettersi l’accesso in altri giorni, o se ha i mezzi come un turista per esempio che si trova da noi in questi giorni significa che gli blocchiamo la giornata davanti alla coda e così di sicuro non avrà il tempo per i musei più piccoli o menofamosi…aumentando le difficoltà economiche nel settore cultura italiano che invece sarebbe la fabbrica della nostra ripresa.

Meglio ad offerta libera, i biglietti, se devono copiare dall’estero copiassero bene, il che vuol dire per un gruppo di turisti benestanti che possono lasciare una offerta in base alle loro tasche, e per gli altri 10 cent. (Cifre a mo’ di es.) Perché già immagino in Italia il custode a cui viene allungata una busta per far saltare la coda… ogni coda è più segno di mal gestione, e in Italy un facilemercato per chi come la criminalità  è l’unica organizzata.

 

Questo il tweet del ministro: “Successo straordinario anche della sesta domenica di apertura gratuita dei musei! Code ovunque e ora gratis anche i civici di Roma e Milano”.

Se le code fossero segno positivo l’Italia sarebbe la nazione con il miglior rating, code autostradali, code agli sportelli, code persino per pagare tasse e bollette.

 

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