“Alla fine dei conti, questi 50 anni hanno dimostrato che l’isolamento non ha funzionato. È arrivata l’ora di una nuova prospettiva”, ha detto il presidente Barack Obama nel discorso di mercoledì con il quale si annunciava la ripresa delle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Cuba.
L’ISOLA DEGLI INVESTIMENTI
La chiave di questa svolta politica è anche nell’economia. Dopo 53 anni di embargo, Cuba torna ad essere attraente per gli investimenti stranieri. Ora i cubani potranno non solo viaggiare più facilmente, acquistare prodotti e fare transazioni commerciali liberamente. Pure le imprese straniere potranno sbarcare sull’isola senza limitazioni.
VECCHIE TRANSAZIONI COMMERCIALI
Nonostante le sanzioni, alcuni accordi tra Cuba e Stati Uniti erano già stati conclusi. Con la Legge di riforma delle sanzioni commerciali del presidente Bill Clinton nel 2000, gli Stati Uniti possono esportare a Cuba prodotti agricoli non processati, materie prime forestali e medicine. Tra le condizioni ci sono il pagamento in contanti, senza possibilità di credito. Nel 2013 le esportazioni dagli Stati Uniti a Cuba hanno raggiunto i 359 milioni di dollari, diventando il quarto Paese fornitore dell’isola.
GLI INTERESSI CUBANI
Molti blogger cubani hanno previsto un’invasione delle catene americane come McDonald’s e Starbucks. Per ora l’unica certezza è l’arrivo di imprese del settore agricolo, dell’edilizia e del turismo. L’obiettivo del governo di Raul Castro è permettere l’arrivo di imprese straniere che possano generare posti di lavoro e crescita economica, senza togliere opportunità alle attività locali. Le compagnie americane che vorranno operare a Cuba dovranno passare da un’analisi del governo cubano e dalle sue condizioni.
LE IMPRESE
È passato soltanto un giorno dall’annuncio di Obama e diverse compagnie hanno manifestato l’interesse a fare affari sull’isola. Tra le imprese che hanno già cominciato ad avviare le pratiche ci sono Sabadell, BBVA, Bankia, Deere & Company, Caterpillar, AT&T, Verizon, Sheraton e Marriott International.
In un comunicato ufficiale, Marriott International ha detto che “siamo entusiasti dalla gente di Cuba e per le opportunità di lavoro che ci saranno quando le relazioni con gli Stati Uniti saranno aperte, specialmente nel settore dei viaggi e del turismo… cercheremo di aprire alberghi a Cuba come altri Paesi hanno fatto”.
Ora la decisione finale spetta al Congresso americano, che dovrà decidere se togliere l’embargo economico. Un Congresso dove da gennaio non regnerà più la maggioranza democratica.