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Finmeccanica, ecco i progetti dei misteriosi cinesi di Insigma per le Ansaldo

I cinesi passano in vantaggio rispetto ai giapponesi nella corsa per l’acquisizione delle due Ansaldo di Finmeccanica? Difficile dirlo. Però oggi il Sole 24 Ore svela che la cordata cinese – che nel frattempo ha cambiato cavallo, da Cnr alla società Ume del gruppo Insigma – ha inviato al gruppo Finmeccanica una offerta vincolante.

CHE C’E’ DI NUOVO

Le novità sono diverse. Innanzitutto la cordata cinese ha presentato una offerta vincolante (a differenza dei giapponesi di Hitachi che si sarebbero limitati a una proposta e non a una offerta vincolante) di acquisto per rilevare il 100% della controllata di Finmeccanica, Ansaldo Breda.

LE CIFRE

I cinesi avrebbero confermato un impegno finanziario superiore a 1,5 miliardi di euro, attraverso la China merchants bank (Cmb). Questa somma – secondo il Sole – tiene conto sia del prezzo per l’intero capitale di Breda, a cui verrebbe dato un valore positivo, sia del prezzo molto più elevato per l’operazione collegata a Breda, cioè l’acquisto della società di segnalamento Ansaldo Sts, posseduta al 40% da Finmeccanica e sui si concentrano le attenzioni dell’amministrazione americana per le rilevanti commesse di Ansaldo Sts negli Stati Uniti.

LE DIVERSE SIGLE DI PECHINO

All’inizio si è parlato di una cordata capeggiata dal colosso Cnr con una serie di partner tra cui Insigma. Poi la cordata è evaporata. Qualche giorno fa si è palesata una nuova cordata, questa volta capeggiata da Insigma, coadiuvata dal partner societario, Chengdu Xinzhu Road&Bridge, che però si occupa di costruzioni e ponti (qui tutti i segreti del colosso).

CHI E’ XINZHU

Il gruppo di Chengdu, nella provincia del Sichuan, fu fondato nel 2011. Da settembre 2010 è quotato sul listino di Shenzhen. Ha un capitale di 280 milioni di renminbi (28 milioni di euro circa) e asset totali per 3 miliardi di yuan. In tutto ha circa 3 mila dipendenti. Negli ultimi dieci anni, come recita il nome stesso, la società si è costruita un nome nelle fornitura di macchinari e componenti per la costruzione di ponti e strade, con progetti in Venezuela, Libia, Georgia.

L’OFFERTA DEI CINESI

Ora riemerge Insigma, o meglio la controllata Ume (United Mechanical&Electrical), insieme con un partner, dice il quotidiano di Confindustria. I cinesi di Insigma – sottolinea oggi Gianni Dragoni sul Sole 24 Ore – nell’offerta parlano di “merger” con Breda. Dunque “non una acquisizione ma una fusione”. Con il piano industriale i cinesi si impegnano a salvaguardare tutta l’occupazione di Breda e anche di Sts. “Il punto critico – scrive Dragoni – è la Breda, per la quale i cinesi si impegnano a salvare tutti i tre stabilimenti messi in vendita da Finmeccanica, cioè Pistoia, Napoli e Reggio Calabria”.

I NODI DA SCIOGLIERE

Tra le commesse di Ansaldo sotto la lente dei gruppi interessati spicca il contratto da 1,5 miliardi di euro firmato nel 2010 da Finmeccanica per fornire 50 treni Etr 1000 alle Ferrovie dello Stato. Nella sua proposta, il gruppo giapponese Hitachi aveva manifestato preoccupazione per i rischi di ritardi e quindi di penali.

LE PAROLE SMORZANTI DI MORETTI

Da Finmeccanica, in mattinata non sono arrivate smentite ma neppure conferme: “Lo dicono i giornali, non so se vero”. Così l’amministratore delegato del gruppo, Mauro Moretti, interpellato sull’offerta vincolante che il gruppo cinese Insigma avrebbe presentato per Ansaldo Breda e Ansaldo Sts. Alla domanda se a questo punto, l’altro pretendente, la giapponese Hitachi, sia da considerare fuori dalla partita, Moretti ha risposto secco: “No”. Per quanto riguarda i tempi della decisione, Moretti ha confermato quelli già annunciati, cioè entro l’anno: “Ne parliamo dopo Natale“. E nel pomeriggio un comunicato stampa del gruppo di Piazza Monte Grappa attesta: “Finmeccanica comunica che è pervenuta l’offerta dell’impresa cinese Insigma per l’acquisto di AnsaldoBreda”.


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