I cinesi di Insigma hanno inviato una proposta vincolante a Finmeccanica per rilevare il 100% di Ansaldo Breda. E i giapponesi di Hitachi restano comunque alla finestra, visto che al momento a differenza della cordata di Pechino non hanno presentato una vera e proprio offerta.
E’ questo il quadro più aggiornato sul dossier Ansaldo Breda, in fase di potenziale dismissione da parte del gruppo Finmeccanica, che potrebbe già discuterne nel consiglio di amministrazione in programma domani, giovedì 18 dicembre.
La nuova cordata cinese che si è palesata, incentrata questa volta su Insigma, ha offerto oltre 1,5 miliardi per rilevare la totalità della controllata del gruppo presieduto da Gianni De Gennaro e guidato dall’ad, Mauro Moretti, ma anche per mettere le mani sulle quote (il 40%) possedute da Finmeccanica in Ansaldo Sts, la società specializzata nel segnalamento ferroviario su cui ci sono anche le attenzioni dell’amministrazione americana viste le corpose forniture di Ansaldo Sts negli Stati Uniti.
Gianni Dragoni del Sole 24 Ore, che ieri ha svelato numeri, portata e nomi della cordata cinese – offerta confermata ieri pomeriggio da Finmeccanica con un laconico comunicato dopo alcune parole interlocutorie del capo azienda Moretti ieri mattina – oggi aggiunge indiscrezioni politiche allo scenario in corso.
Il quotidiano confindustriale scrive di una differente impostazione tra Palazzo Chigi e i vertici del gruppo Finmeccanica: “La presidenza del Consiglio è a favore del progetto di merger dei cinesi, i quali in caso di richiesta italiana sono disponibili anche a fare spazio nel capitale di Breda a un soggetto istituzionale italiano”.
In questo senso, la preferenza del premier si inserirebbe in una direzione di marcia già chiara con il calore con cui il governo ha salutato, dopo non averlo ostacolato, anzi, l’ingresso del colosso State Grid of China in Cdp Reti, la società del gruppo Cassa depositi e prestiti che possiede le quote strategiche nelle società Snam e Terna.
Differente, secondo il Sole, sarebbe l’impostazione dei vertici del gruppo di Piazza Monte Grappa controllato dal Tesoro: “Finmeccanica preferirebbe Hitachi. Però Hitachi non ha fatto un’offerta vincolante, condizione indispensabile per arrivare a una vendita”.
“Ricostruzioni un po’ fantasiose”, si rileva in ambienti vicini alle aziende pretendenti che sono al corrente del dossier