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Unicredit, Intesa e Bnp Paribas. Ecco le banche che hanno più sprint secondo Mediobanca Securities

Le banche iniziano a scontare dati macro, trimestrali e risultati degli Aqr. E Mediobanca Securities aggiorna le sue previsioni sugli istituti di credito europei con un report a firma del capo analista Antonio Guglielmi. “Cerchiamo di isolare l’impatto al livello di cambiamento di dividendi per azione – scrive Guglielmi – Tutte le banche che copriamo hanno superato gli Aqr a pieni voti, sopra l’8% in termini di Cet1, quindi non ci sono rischi imminenti, ma potrebbero esserci impatti sui dividendi a seguito dei maggiori richieste alle banche in termini di Llp, gli accantonamenti per prevenire eventuali perdite”.

L’IMPATTO DEGLI ACCANTONAMENTI SUI DIVIDENDI
Dopo gli Aqr il consensus stima in media un aumento dello 0,4% dei dividendi 2014 e un calo dello 0,8% nel 2015, con molte divergenze tra i titoli. “A prima vista gli Awr sembrano un non evento per i dividendi – continua Guglielmi – ma un’analisi che prenda in considerazione l’intero Credit File Review ha un impatto sul payout tale da spiegare più del 50% del cambiamento direzionale dei dividendi… il potenziale impatto arriva fino al 4% delle attuali stime per il 2014”. L’Italia si distingue per un rischio di taglio dei dividendi superiore alla media, la Francia sta in mezzo mentre la Spagna potrebbe riservare sorprese positive.

MA NON CAMBIANO I FONDAMENTALI
Mediobanca non cambia però le valutazioni sugli istituti: al contrario giudica le variazioni possibili sui dividendi come l’occasione per fare trading. Neppure i deboli dati macro “minano il nostro overweight sulle banche italiane e francesi – continua Guglielmi – il fatto che si continui a comprare sui ribassi dimostra come il presidente della Bce, Mario Draghi, sia ancora credibile i merito alle aspettative di un Qe, nonostante il ritardo sulla sua attuazione”. Qe che difficilmente riuscirà a far riprendere la crescita di Eurolandia ma che “supporterà i multipli di alcune banche, più di un imporbabile aumento dell’eps – spiega Guglielmi – Qe, cessioni di crediti in sofferenza, maggiore visibilità dopo i test della Bce ed M&A dovrebbero far scendere il cost of equity. Con grandi benefici per Unicredit, Societe Generale, Intesa Sanpaolo, Bnp Paribas e Banco Popolare, le nostre prime scelte di investimento per il 2015”.


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