I furti ‘modaioli’ costano caro. L’edizione 2014 del Barometro Mondiale dei Furti nel Retail ha rilevato che a posizionarsi al secondo posto della classifica dei settori più colpiti dal fenomeno in Italia è il fashion, preceduto solo dall’alimentare, con vini e superalcolici in testa. Per la moda, i prodotti più a rischio sono giubbotti in pelle, calzature e accessori, mentre per l’health&beauty, al terzo posto, sono, in ordine, i prodotti per il trucco, le creme per il viso e le lamette. Appena sotto il podio si trova la tecnologia, con iPhone, smartphone e videogames che continuano a essere tra i pezzi più rubati a livello globale.
Secondo lo studio promosso dal fondo indipendente di Checkpoint Systems, Inc. e condotto da The Smart Cube, in collaborazione con Ernie Deyle, analista della prevenzione delle perdite nel retail, le differenze inventariali – e cioè il gap tra la merce inventariata e quanto effettivamente fatturato – sono in lieve calo in molti Paesi, compresa l’Italia. Nel nostro Paese si registra una diminuzione rispetto all’anno scorso, con una quota ‘perduta’ che si attesta all’1,09% delle vendite, per un valore pari a 3,1 miliardi di euro di perdite annue per gli esercenti, contro i 3,7 miliardi registrati nell’edizione 2012-2013. La ‘penale’ da pagare per le perdite nel retail ammonta a circa 94 euro a persona. Lo studio evidenzia inoltre come, in Italia, oltre il 75% delle differenze inventariali siano da attribuirsi ai furti, compiuti dai clienti per un 53,4% e dai dipendenti per il 22 per cento. Seguono gli errori amministrativi (16,3%) e le frodi da parte dei fornitori (8,3%). La nota più positiva è che lo Stivale spicca tra le nazioni più virtuose, in cui gli investimenti in prevenzione sono aumentati, arrivando a oltre 2,5 miliardi di euro nell’ultimo anno.
A livello globale, la ricerca ha svelato che le differenze inventariali hanno inciso per un costo di 96 miliardi di euro, con una percentuale media pari al 1,29% delle vendite, in aumento rispetto agli 88,6 miliardi del 2013. I furti considerati includono quelli ad opera di clienti, criminalità organizzata e dei dipendenti, oltre che le frodi dei fornitori e gli errori amministrativi. I dati sono stati raccolti nel corso di interviste telefoniche e online condotte in 24 paesi con 222 operatori, che hanno generato complessivamente 560 miliardi di euro di vendite nel 2013.
La classifica non prevede le rapine o i furti con scasso, tipologie che purtroppo continuano nel Quadrilatero del lusso milanese. Lunedì, nel tardo pomeriggio, nella gioielleria Pisa di via Montenapoleone a Milano, una banda di romeni ha sfondato con asce e mazze gli espositori sotto agli occhi di clienti e gioiellieri, sottraendo un bottino che varrebbe circa 3 milioni di euro.