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Il futuro del lavoro professionale

 

Venite, amici, che non è tardi per scoprire un nuovo mondo. Io vi propongo di andare più in là dell’orizzonte e, se anche non abbiamo l’energia che in giorni lontani mosse la terra e il cielo, siamo ancora gli stessi unica, eguale tempra di eroici cuori. Indeboliti forse dal fato ma con ancora la voglia di combattere, di cercare, di trovare, e di non cedere”
Alfred Tennyson

Ieri pomeriggio ho partecipato al tavolo “Partite IVA e lavoro autonomo” a Roma alla Factory 365, la manifestazione dei giovani del PD, organizzata dai Giovani Democratici.

Tanti gli argomenti discussi dal tavolo e dai tavoli, tanti i commenti dei moltissimi giovani presenti e dei tanti big che animavano i tavoli. Un commento (di un big importante) mi ha colpito più degli altri perché ha detto: mi sono divertito molto di più oggi che alla Leopolda. Senza polemiche, un commento emblematico nella sua semplicità, anche perché fatto da uno dei rarissimi “renziani” presenti. Ecco una prima considerazione: prime linee renziane ai tavoli poche, anzi pochissime. Forse si vedranno oggi quando interverrà il “grande capo”. Peccato perché i ragazzi sono brillanti e pongono problemi concreti e pragmatici che non si possono affrontare solo a colpi di “fiducia”.

Ma veniamo agli argomenti di discussione. Provo ad elencarli sinteticamente:: si va dall’aumento dell’aliquota della Gestione Separata INPS e dei processi anticompetititvi che tale aumento genera al Jobs Ac, alla Garanzia Giovani ed alle con misure economiche previste dalla Legge di Stabilità.

Il tavolo è stato chiaro: intanto, ai giovani disoccupati, l’Italia sta offrendo l’ennesima colossale disillusione: dei 300mila iscritti da maggio Garanzia Giovani (che pure vanta una dote di 1,4 miliardi) solo il 29% ha avuto il beneficio di un primo colloquio, il 71% neanche quello. Quanto ad autonomi e professionisti a partita Iva, sono per l’ennesima volta i grandi assenti nel Jobs Act. Come nel bonus 80 euro. Eppure, se si ammalano non hanno alcuna tutela. Eppure, pagano di contributi nella gestione speciale Inps più dei dipendenti. Finché la politica non capirà che dipendenti e autonomi sono lavoratori egualmente degni, l’Italia resterà tragicamente strabica.

Intanto, si smantella il sistema contrattuale privato, si bloccano i rinnovi di quello pubblico, si penalizza la previdenza complementare e privata. Tassare il risparmio dei professionisti e dei lavoratori non è affatto uguale a tassare le rendite finanziarie speculative. Non è poi chiaro se ci sarà il blocco dell’aliquota della Gestione separata INPS per le partite Iva esclusive che aggraverebbe ancor più la disparità di trattamento tra soggetti di serie A e soggetti di serie B. Ecco perché se la Legge di Stabilità non verrà cambiata con il blocco dell’aumento dell’aliquota contributiva per le partite Iva iscritte alla gestione separata, sarà portato a compimento un disegno che spingerà fuori dal mercato del lavoro centinaia di migliaia di professionisti e lavoratori della conoscenza.

E’ per questo che le più importanti associazioni di rappresentanza del lavoro autonomo del nostro Paese, tra cui la nostra CONFASSOCIAZIONI, hanno annunciato “misure non convenzionali” pur di ottenere quantomeno il blocco dell’aumento dell’aliquota: “whatever it takes”, come ha detto qualche tempo fa un illustre italiano alla guida di una grande Istituzione europea.

D’altra parte, come è emerso chiaramente dal tavolo di confronto di ieri, dati alla mano, la somma della revisione dei minimi (che per i professionisti comporta una stretta sui ricavi e un incremento del prelievo fiscale) con l’ennesima crescita dell’aliquota previdenziale sarà sempre più insostenibile. Nel momento in cui si stanziano risorse per dipendenti (80 euro), imprese (Irap), artigiani e commercianti (minimi + Inps), è paradossale che il lavoro autonomo e professionale divenga il Bancomat dello Stato, spingendo sotto la soglia della povertà intere generazioni di professionisti indipendenti.

Se il blocco dell’aliquota non venisse confermato si tratterebbe di un attacco senza precedenti cui sarebbe necessario rispondere con forme di protesta non convenzionali perché è inaccettabile proporre per legge una scelta tra mancata sopravvivenza e limiti della legalità. Ecco perché CONFASSOCIAZIONI, insieme alle altre organizzazioni di rappresentanza, si appella al Governo ed al Parlamento affinché si scongiuri a tutti i costi l’incremento dell’aliquota contributiva.

 

 

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