L’emergere continuo e il consolidarsi del metodo mafioso nel nostro Paese chiamano ciascuno di noi ad una riflessione alta, non di parte. Scrivevo della necessità di operare una rivoluzione progettuale, di ritrovare in noi una responsabilità politica che abbiamo smarrito. Di fronte al nulla democratico, infatti, non vale e non basta più dividersi fra buoni e cattivi, fra onesti e disonesti.
Il tempo che stiamo vivendo è, al contempo, drammatico e sfidante. Fa tristezza vedere alcuni giornali che danno la colpa di quanto è accaduto a Roma a una parte o all’altra, come se fosse possibile, in un oceano di fango, selezionare i puri e gli impuri.
Qui il tema è altro, riguarda la dignità e la tenuta del nostro sistema democratico. Siamo un Paese sempre avvolto in una nebbia di indeterminatezza, capace di risorgere ma incapace di farlo una volta per sempre. Basta un’opera pubblica che pizza e spaghetti scendono in classifica nelle “top” più note di noi a livello internazionale e sale la corruzione; siamo così, italiani brava gente ma un pò opachi, desiderosi dell’uomo forte e pronti ad abbatterlo, ammiratori del potere ed invidiosi di chi lo detiene. Ma oggi siamo una società in sofferenza, avvolta in un disagio austero che, ogni giorno e secondo le leggi di Bruxelles, ci fa fare i conti con i nostri conti.
Chi ci salverà ? Qualche giudice che passerà alla storia e che ci ritroveremo, presto o tardi, fra candidati da eleggere ? Un comico in declino e il suo movimento di duri e puri ? Un giovane ex padano che ci guarda, semi nudo, dalla copertina di un magazine patinato ? Il brillante Presidente del Consiglio, messaggero di giovinezza e alfiere di un progetto senza progetto ? Gli eredi di Arcore, ancora da scovare al di là dell’ingombrante figura di un vecchio signore tornato alla ribalta ? Il prossimo Presidente della Repubblica, donna o uomo che avrà il compito storico di riconciliare l’Italia con i seggi elettorali ?
Ho una sensazione. O la democrazia la salvano i cittadini, riappropriandosene in termini di partecipazione progettuale, o quella è destinata a diventare altro. Il metodo mafioso agisce dentro le istituzioni, le svuota, le riconverte; spetta a noi dire basta, lavorando insieme per ritrovare dignità.