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Lo sapete che in Giappone la banca centrale è ottimista come Kuroda?

La riunione della BoJ si è conclusa senza novità di policy, come atteso, con il mantenimento dello stimolo deciso a ottobre (obiettivo base monetaria: +80 tln di yen all’anno). Nella valutazione dell’economia, si rileva un trend di ripresa moderata, dopo le correzioni seguite al rialzo dell’imposta sui consumi, e un tasso di inflazione intorno a 1% a/a al netto delle imposte.

LE PROSPETTIVE

Lo scenario previsto è di ulteriore crescita moderata, con l’inflazione intorno ai livelli attuali “per il momento”. I rischi sono prevalentemente di origine esterna e legati agli sviluppi dell’economia globale e alle turbolenze generate dal calo dei prezzi delle materie prime. Nella conferenza stampa, Kuroda è stato piuttosto positivo sugli sviluppi congiunturali, sottolineando che si è instaurato un ciclo virtuoso nell’economia giapponese, e che le aspettative di inflazione a lungo termine sono in aumento; il governatore si aspetta che l’inflazione raggiunga il 2% intorno all’anno fiscale 2015, ma ha sottolineato che è indispensabile che ci sia un’accelerazione dei salari perché l’inflazione si stabilizzi.

GLI STIMOLI MONETARI

Kuroda ha detto che lo stimolo della banca centrale sta avendo gli effetti attesi, ma che verranno tenuti sotto controllo i rischi: la BoJ è pronta a intervenire “senza esitazione”. Per quanto riguarda il calo del prezzo del petrolio, secondo Kuroda le implicazioni sono positive per la crescita giapponese, anche se ci saranno pressioni verso il basso sull’inflazione che renderanno difficile un’accelerazione della dinamica del CPI nella prima metà dell’a.f. 2015.

IL MESSAGGIO DELLA BANCA CENTRALE

In conclusione, il messaggio della BoJ è di proseguimento dello stimolo a oltranza e di disponibilità a intervenire se necessario; il probabile calo dell’inflazione nei prossimi mesi sarà comunque considerato transitorio. In Giappone, come negli USA, sarà importante monitorare l’andamento delle aspettative di inflazione delle indagini (più che quelle di mercato) per valutare la probabilità di eventuali risposte da parte delle autorità monetarie.

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