Fuori dalla crisi? Possibile, secondo il presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca, che nel capoluogo lombardo ha presenziato al bilancio dei “50 Progetti per Far Volare Milano. Un anno dopo”.
I NUMERI NAZIONALI
Senza “nutrire infondati ottimismi”, ma alimentando la “fiducia che c’è, e la fiducia è il nostro petrolio bianco”, Rocca è partito dai numeri. Fatta 100 la produzione industriale alla fine del terzo trimestre 2005, i dati del secondo trimestre 2014 mostrano che l’Italia è a 80,3, la Francia a 86,4, la Germania al 115,3 e la Lombardia al 97,1.
COME VA MILANO
“L’Italia continua a scendere – afferma Rocca – Se guardiamo l’indice di fiducia del manifatturiero – che incorpora gli ordini, non è solo sentiment – Milano sta a +0,7, l’Italia sta a -7,1, e persino la Germania segna un -3,0 e la Francia -6,4. L’export lombardo segna nel terzo trimestre 2014 un incoraggiante +1,3%. La disoccupazione lombarda è del 7,7%, quella italiana è giunta al 13,2%. Il tasso di occupazione nostro è al 65,1%, quello italiano al 56%. Le liquidazioni volontarie nel Nord-Ovest da inizio anno sono scese del 12,8%: un calo netto delle imprese che gettano la spugna pensando di non farcela, mentre nel 2013 nello stesso periodo aumentavano del 2,7%. Nelle imprese ritorna a prevalere la passione sulla disperazione. E, per ogni fallimento, in Lombardia in questo 2014 ci sono 19 startup”.
MILANO RIPARTE?
Tutti numeri che mostrano come Milano sia pronta a volare e anzi, “sia sempre rimasta fuori dall’hangar”. “Milano riparte – prosegue ancora – facendo leva sui suoi punti di forza. Cominciando dal mix equilibrato delle sue specializzazioni. L’alta quota di manifatturiero medium hi-tech con forte presenza di metalmeccanica, chimica farmaceutica, alimentare e moda. L’elevata quota di servizi in informazione e comunicazione, la forte densità di addetti nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, la concentrazione di grandi gruppi nazionali nel settore finanziario, del credito e assicurativo. Abbiamo in Lombardia 50mila addetti alla ricerca, pari al 21% del totale nazionale. E le imprese bio-med lombarde sommano il 49,5% del fatturato nazionale di settore”.
NON SOLO IMPRESA
“Ma non contano solo le imprese. La forza di Milano sta nelle sue 8 prestigiose Università con 180mila studenti di cui 13mila stranieri, nei suoi 143mila volontari impegnati nel privato sociale del terzo settore, nell’eccellenza raggiunta nel ranking internazionale di moltissimi suoi centri di ricerca, con 1.100 pubblicazioni su riviste scientifiche per milione di abitanti, rispetto alle 880 della Germania e alle 758 dell’Italia”.
E Milano è anche la terza città italiana di interesse storico e artistico per presenze turistiche, grazie a 68 musei, 213 monumenti e palazzi d’interesse architettonico, 44 capolavori, 68 teatri e sale da musica, 120 gallerie, fondazioni e biblioteche.
I 50 PROGETTI ED EXPO
“Con il nostro piano strategico articolato in 50 progetti – ha detto Rocca – abbiamo scelto di fare appello a tutte le energie vive dei nostri territori, coinvolgendo nella nostra rete di alleanze non solo le istituzioni milanesi, lombarde e nazionali, ma oltre 100 partner. Alcuni risultati ottenuti nel primo anno ci sembrano già particolarmente significativi”.
DOSSIER EXPO
E parlando di Milano non si può non parlare di Expo 2015. La “grande occasione per Milano e l’Italia intera”, che può dare grande impulso o risolversi in una crisi adrenalinica alla fine. Ma Assolombarda ci crede profondamente tanto da aver realizzato due esperienze ad ho. “La prima – spiega Rocca – è l’accordo sul lavoro sottoscritto con le organizzazioni sindacali qui a Milano per Expo. È l’intesa più avanzata in tutta Italia per occupabilità, turni, orari, utilizzo dell’apprendistato e di contratti a tempo e flessibili. Vogliamo sia un banco di prova da estendere a livello nazionale nell’ordinario post-Expo. La seconda è la più avanzata piattaforma italiana digitale, E015. Consente di interagire in tempo reale a soggetti pubblici, cittadini e privati, per l’offerta di servizi integrati delle imprese e l’empowerment personale dei clienti e consumatori. Vogliamo sia un’eredità permanente di Expo, l’architettura neurale modello da sviluppare ed estendere nella Milano Digital Town del dopo evento”. Con l’obiettivo finale di fare dell’area di Expo, terminato l’evento, “una Silicon Valley italiana permanente, che sfrutti le eccezionali condizioni di infrastrutturazione e digitalizzazione predisposte”.