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Sul teatrino ha ragione il Cav. Rifare il centrodestra non è un programma credibile

Questa volta è difficile non dar ragione al Cav : tra Lega Nord e NCD il teatrino non manca davvero. Come le ambiguità, del resto.

Salvare capra e cavoli spesso è impresa ardua se non impossibile. Le scelte escludono. Solo chi non ha il coraggio di scelte vere è inclusivo sommando in sé tutto e il suo contrario.

Un po’ come sta accadendo all’Ncd divenuta “Area Popolare” per restare costola del centrodestra, continuare a governare con il PD, non divenire l’ennesimo partitino di centro (libera nos domine!) e mantenere l’appoggio alle Giunte regionali a braccetto della Lega.

Quella Lega che pur disprezzando l’operato e la funzione (se non la stessa persona) del Ministro Alfano, per conservare il potere in Lombardia e nel Veneto, non disdegna il sostegno di NCD.

Ambiguità, contraddizioni, convenienze: tutto si tiene. Ma non l’impossibile. E l’impossibile oggi, più che mai, si chiama centrodestra.

Quel centrodestra che abbiamo conosciuto e che gli italiani hanno, per molto tempo, apprezzato. Quel centrodestra a trazione berlusconiana non più riproponibile sia perché oggi il vero Berlusconi si chiama Renzi (come Ferrara – buon ultimo – da tempo abbiamo individuato nell’ex-Sindaco il vero erede politico del Cav), sia perché quel popolo che per 20 anni ha atteso, invocato, sperato nel “rinascimento italiano” si è ribellato.

Le operazioni nostalgia in politica non hanno mai premiano. Né quando si è trattato di rifare la DC o il PSI, né -ed è storia recente- quando si è riscoperta la sigla “magica” FI.

Chi nell’Area Popolare (Ncd, n.d.r.) ha ancora occhi sereni per guardare in faccia la realtà, mediti.

Rifare il centrodestra seppur nuovo (e cosa significhi “nuovo” appare un mistero) non può rappresentare un programma politico, credibile.

Il centrodestra è -lo si voglia o no- Berlusconi: o si ha il coraggio di richiamare alle armi l’uomo di Arcore ed incoronarlo nuovamente “re” senza più giochetti nè teatrini, oppure si guardi altrove. Senza indugi!

 

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