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Isis, ecco dove si producono i video degli orrori

Qualità HD, camera in mano, rallentamenti di immagini, dissolvenze, zoom sulle espressioni di vittime e carnefici. Anche musica, giochi di luci e sottotitoli in diverse lingue. Diversi stili di ripresa, ma con l’orrore sempre in primo piano. Le produzioni dei video dello Stato Islamico sono degni di una grande produzione audiovisiva. Il logo in alto a destra è quello di Al Hayat Media Center, la principale casa di produzione dell’organizzazione terroristica.

L’ultimo video diffuso in rete da Al Hayat è quello di un bambino di circa 12 anni che spara a due presunte spie russe, alzando alla fine l’arma – sorridente – dichiarandosi un eroe.

TARGET OCCIDENTALE

Al Hayat Media Center è stato fondato a maggio scorso ed è diventato il principale mezzo per le comunicazioni e la gestione dei nuovi media dei jihadisti di Isis. Da qui si diffondono i messaggi degli estremisti islamici in diverse lingue occidentali (inglese, francese, tedesco) per immagini, video, audio. L’obiettivo è quello di arrivare a giovani che potrebbero partire verso la Siria e l’Iraq per addestrarsi e compiere atti terroristici una volta tornati in Occidente.

COME CINGUETTA ISIS

Youtube e Twitter sono le piattaforme più utilizzate da Isis. Dopo l’offensiva terrorista dello scorso giugno, Twitter ha chiuso gli account ufficiali di Al Hayat in tedesco, inglese e francese, ma sono stati sostituiti con altri nomi. I community manager sono riusciti a schivare alcuni divieti utilizzando servizi di archiviazione come Archive.org.

IL “DIRETTORE” RESPONSABILE

Secondo la stampa americana, il “direttore” di Al Hayat Media Center è un rapper tedesco convertito all’islam: Deso Dogg, conosciuto oggi come Abu Talha Al Almani. Dogg ha combattuto in Siria, ma a causa di diverse ferite è ora lontano dal campo di battaglia. L’estate scorsa si è diffusa la notizia che fosse stato ucciso in uno scontro, ma dopo si è detto che gli era stato assegnato il controllo di una delle armi più potenti dell’organizzazione: la strategia di comunicazione di Al Hayat. “Questi sono i motivi per cui prometto lealtà all’Isis, per aiutare altri fratelli e sorelle, insegnando loro come predicare”, ha detto Dogg in un’intervista alla rivista on-line in inglese dell’Isis, Dabiq.

LA PRODUZIONE DEI VIDEO

Il primo video prodotto da Al Hayat è stato messo in rete il 19 giugno. Il titolo: “Non c’è vita senza jihad”. Nelle immagini un gruppo di jihadisti occidentali spiegano perché hanno lasciato le loro case per combattere con Isis, incoraggiando gli spettatori ad unirsi alla causa.

CARAMELLE E GELATO

Il video “La fine di Sykes-Picot” mostra un combattente cileno dell’Isis attraversando il confine tra Iraq e Siria. “Noi non riconosciamo questo confine e non lo riconosceremo mai. Dio vuole che questa sia la prima frontiera che dobbiamo rompere. Noi faremo sparire tutti i confini” in Medio Oriente e non solo.

MUJATWEETS, LA SERIE

“Mujatweets” una specie di serie a puntate, mostra persone ferite in un ospedale e militanti dello Stato Islamico che offrono parole d’incoraggiamento e caramelle e gelato ai bambini.

LA TESTIMONIANZA DEL SOLDATO

Un documentario con la testimonianza di un combattente di Isis (biondo, occhi chiari, pelle scura e muscoli in vista) funge come la migliore propaganda per arruolarsi.

IL TRAILER ALLA “HUNGER GAMES”

I produttori di Al-Hayat Media Center sembrano avere anche aspirazioni cinematografiche. Recentemente hanno presentato un trailer con il titolo “Le fiamme della guerra”. Dopo esplosioni e massacri di civili, un collage di immagini accusa la Casa Bianca e il presidente Barack Obama. Ed evidenzia il desiderio di “fare giustizia” da parte dei soldati di Isis. La grafica ricorda moltissimo quella del film hollywoodiano “Hunger Games”.

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