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Becchi e bastonati

Finirà come ad Ottobre del 2013 quando Berlusconi, ormai chiaramente sconfitto dai numeri, con una capriola di 180 gradi,  votò a sorpresa la fiducia al governo Letta? I segnali, per ora, vanno tutti in questa direzione. Renzi punta a compattare il PD sul nome di Mattarella. E su Mattarella un PD compatto, anche senza gli alleati di governo, ha, alla quarta votazione, i numeri che servono. La maggioranza che si verrebbe a configurare sarebbe diversa da quella di governo ma Renzi non teme ripercussioni perché tutti, meno lui, hanno una paura fottuta delle elezioni anticipate (fra l’altro alleati e nazareni gli hanno anche regalato di fatto la migliore, sempre per lui, legge elettorale possibile).  A questo punto l’ex Cav., come fece allora, potrebbe anche votare in extremis il giudice costituzionale siciliano, magari sostenendo che in fondo quello è anche un suo candidato, ma l’escamotage non cambierebbe la sostanza delle cose: la partita del Quirinale sarebbe  per Berlusconi, Alfano and company  una disfatta clamorosa a seguito della quale Renzi potrebbe tranquillamente avviare la politica dei due forni.

Una cosa infatti è certa: dopo Prodi, Mattarella, anche se negli ultimi anni è stato molto defilato, è uno dei politici, fra quelli in circolazione, più ostili all’ex Cav. Non va dimenticato infatti che nel 1990 si dimise da Ministro della Pubblica Istruzione, dopo pochi giorni dalla nomina,  per protesta contro la legge Mammì che in pratica rappresentava il via libera a Berlusconi per costruire il suo impero televisivo.

Ora ritrovarselo al Colle non è il massimo. Certo che, almeno sul piano dell’immagine, Prodi sarebbe anche peggio. E Renzi potrebbe convincere in extremis Berlusconi proprio agitando il nome del Prof. bolognese. Sia come sia, il centrodestra, se l’ipotesi Mattarella si concretizzasse, incasserebbe una sconfitta dalla quale non si rialzerebbe più anche perché quella sconfitta costituirebbe, per la Lega di Salvini,  il definitivo trampolino di lancio.

A scusante di Berlusconi si può almeno dire che c’è il tentativo di avere un quadro politico il più favorevole possibile per le sue aziende. Ma a scusante di Alfano cosa si potrebbe dire?



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