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Cosa chiede la vigilanza Rai alla nuova dirigenza

Sedici impegni per gli organi dirigenti della Rai, dalla limitazione nell’acquisto di format esterni all’azienda, alla razionalizzazione delle risorse tecnologiche e professionali, fino alla trasparenza nella nomina dei direttori delle diverse testate. Sono le richieste contenute nella risoluzione sul piano di accorpamento dell’offerta informativa Rai, predisposte dal relatore Pino Pisicchio (Misto), la cui discussione è iniziata in commissione di Vigilanza. Vediamo le principali richieste:

RAZIONALIZZAZIONE DELLE RISORSE – La Vigilanza, guidata da Roberto Fico (M5s), chiede di valutare “la possibilità di meglio coordinare l’area dell’informazione mediante una razionalizzazione delle risorse tecnologiche e professionali e una loro riorganizzazione, anche al fine di impedire aggravi di spesa non sostenibili”.

L’ACQUISTO DI FORMAT – Secondo i commissari, la Rai deve procedere alla riforma del piano dell’informazione privilegiando “in via prioritaria, per quanto possibile, una produzione originale che sia realizzata avvalendosi di risorse interne così da limitare l’acquisto di format”.

LA LINEA EDITORIALE – La Rai si deve impegnare inoltre “a rafforzare la definizione di una precisa linea editoriale” che sia “coerente con il profilo editoriale proprio della rete su cui sono trasmessi i telegiornali”.

I RISPARMI – La risoluzione impegna poi la dirigenza del servizio pubblico a “trasmettere alla commissione un prospetto dettagliato da cui emergano in modo chiaro i tempi e le modalità mediante cui verranno realizzati i risparmi prospettati dal direttore generale Gubitosi“, che “ammonterebbero a circa il 20% della spesa corrente per l’informazione Rai, anche al fine di verificare che tali risparmi siano conseguiti mediante un efficientamento complessivo dei processi e non già con un mero taglio lineare dell’offerta formativa”.

IL FACT-CHECKING – Il nuovo piano dovrà favorire “l’allestimento di spazi e il recupero di risorse giornalistiche interne per trasmissioni orientate al fact-checking”, che “facciano di Rai un punto di riferimento solido e affidabile per tutta la pubblica opinione nazionale e internazionale”. I programmi di approfondimento dovranno inoltre essere “riconducibili alla testata giornalistica della rete su cui sono trasmessi”. Anch’essi dovranno insomma “coordinarsi con l’area informativa dell’azienda”.

L’IMPORTANZA DEI TGR – I telegiornali regionali dovranno avere “un ruolo centrale nella trasmissione di un flusso continuo di notizie dalla periferia al centro e viceversa, interagendo con le risorse culturali e produttive del territorio”.

WEB E SOCIAL EDITOR – Il nuovo piano dovrebbe inoltre fare “chiarezza” sul ruolo che il web potrebbe rivestire per la Rai, affinchè diventi “sia fonte” che “strumento”. Per quanto riguarda i social media, secondo la risoluzione “andrebbe valutata la possibilità di creare una redazione specializzata con nuove figure professionali (come i social editor) che possano realizzare prodotti adeguati al linguaggio e al formato del web”.

RADIO2 E RADIO3 – Per quanto riguarda i due canali radio, la Vigilanza Rai chiede di “ripristinare adeguati spazi di informazione giornalistica”. IL

RITARDO DI RAI SPORT – Il nuovo piano dovrà inoltre “ridurre speditamente il ritardo tecnologico che caratterizza certe testate giornalistiche con il completamento definitivo del processo di digitalizzazione, in particolare di Rai Sport”.

LA NOMINA DEI DIRETTORI – Infine, la risoluzione impegna la dirigenza Rai “a valutare la possibilità di introdurre per la nomina dei direttori delle testate giornalistiche procedure trasparenti che prevedano la pubblicazione sul sito dell’azienda e sui principali quotidiani e settimanali nazionali di un avviso pubblico rivolto sia ai propri dipendenti sia a professionisti esterni alla Rai”. Tra i requisiti richiesti, “una pregressa esperienza giornalistica di eccellenza”. I candidati dovranno inoltre, sempre secondo i commissari, spiegare in “non più di mille parole” la loro “visione” per l’incarico di direzione. Gli organi dirigenti Rai “potranno poi procedere alla nomina sulla base di una valutazione comparativa dei curricula trasmessi”. GAV


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