Matteo Renzi ha firmato un decreto lampo sulle Popolari, “per favorire investimenti esteri diretti”. Sarebbe questa, secondo quanto scrive Antonio Guglielmi, analista di Mediobanca Securities, la ratio della norma che impone alle Popolari italiane si trasformarsi in Spa entro 18 mesi e “l’eliminazione del voto capitario (una testa un voto, indipendentemente dalle azioni possedute, ndr) per gli istituti con oltre 8 miliardi di euro di asset (Banco Popolare, Ubi, Popolare dell’Emilia, Popolare di Milano, Popolare di Vicenza, Creval, Veneto Banca, Popolare di Sondrio, Popolare di Bari e Popolare Etruria)”. Una riforma – si legge nel reporto – “che segna un cambiamento radicale nel mercato bancario italiano e conferma il carattere riformista del governo”.
UN DECRETO RIVOLUZIONARIO
Il decreto sarà trasformato in legge dal Parlamento entro 60 giorni, con la “la legge elettorale e le elezioni del Capo dello Stato elezioni (a partire dal 29 gennaio) come i principali ostacoli per Renzi – scrive ancora Guiglielmi – Un esito positivo potenzierebbe il governo e spingerebbe il processo di riforme. Al contrario, ogni sconfitta indebolirebbe l’azione di governo causando alla fine le dimissioni di Renzi e nuove elezioni”.
CHE PUO’ RAFFORZARE IL GOVERNO
Si tratta di una decisione epocale per l’Italia, secondo il capo analista di Mediobanca Securities, dato che “più volte negli ultimi anni il Parlamento italiano ha cercato di affrontare le questioni di governance della Popolari senza successo. E questa è la prima volta che il governo va diretto sulla rimozione dell’anomalia italiana del voto capitario, guadagnando nuovo potere negoziale con l’Ue”, ovvero guadagnando tempo e flessibilità sul bilancio.
…E CONCEDE ALLE BANCHE IL TEMPO DI CONSIDERARE OPZIONI (NON OSTILI) DI M&A
E i 18 mesi concessi alle Popolari consentono loro di “considerare opzioni di M&A prima della trasformazione in Spa, quindi evitando di diventare bersagli di acquisti ostili. In alternativa, i necessari cambiamenti di governance potrebbero spingere le Popolari a considerare opzioni di M&A con le banche in difficoltà nel rispettare gli Aqr. E ci aspettiamo che il mercato scommetta su queste operazioni”.
BUY DECISO SULLE POPOLARI
Il decreto, dal punto di vista degli investitori è un boccone ghiotto. “Le Popolari soffrono di uno sconto del 20% in Borsa rispetto alle banche costituite in forma di Spa” e subito dopo l’annuncio del decreto hanno risposto con performance brillanti, come il 7% guadagnato da Ubi e il 15% da Popolare di Milano. Proprio quest’ultima è il “candidato ideale per ottenere il maggiore premio sulle sinergie derivanti da fusione di capitale” e l’azione viene promossa a overweight da neutral con prezzo obiettivo di “0,77 euro grazie a un migliore eps 2015, in aumento del 6% e minori risk weighted asset”. Overweight anche su Banco Popolare, Ubi e Popolare dell’Emilia.