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Ecco gli effetti del petrolio a basso costo su pil e occupazione in Italia

In base alla stima preliminare, l’inflazione è calata più del previsto a -0,2% a/a a dicembre, da un precedente +0,3% a/a. Il dato è compatibile con un calo di due decimi dei prezzi nel mese, da ricondursi interamente al calo dei prezzi dell’energia e in particolare dei carburanti. Infatti, l’inflazione core è viceversa risalita in linea con le nostre attese di un decimo a 0,8%. Stimiamo un’inflazione negativa almeno sino alla primavera.

CHE SUCCEDE ALLA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE

Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile all’11,5% a novembre. È da agosto che il dato risulta invariato a tali livello, solo di poco inferiore rispetto al massimo storico toccato al 12% un anno prima. Non ci aspettiamo cali significativi dai livelli attuali fino a 2015 inoltrato. In Germania a dicembre i disoccupati sono diminuiti più del previsto, di ben 27 mila unità (dopo le 16 mila di novembre). Si tratta del dato migliore dallo scorso aprile. Di conseguenza il tasso di disoccupazione (misurato secondo gli standard nazionali) ha toccato un nuovo minimo storico scendendo di un decimo al 6,5%.

I DATI ITALIANI SUL COSTO DELLA VITA

Dopo il rimbalzo dei due mesi precedenti, l’inflazione è tornata a calare a dicembre, a zero (da +0,2% a/a di novembre) secondo l’indice NIC e a -0,1% a/a (da +0,3% precedente) in base alla misura armonizzata UE. Nel mese i prezzi sono rimasti stabili dopo il calo di novembre. Il calo di dicembre (sebbene meno accentuato del previsto) conferma la nostra ipotesi che il rimbalzo dell’inflazione di ottobre e novembre fosse di natura temporanea. A nostro avviso la variazione dei prezzi tornerà in territorio negativo già a gennaio (favorito dal calo delle tariffe di luce e gas, del 3% e dello 0,3% rispettivamente) e vi resterà per la maggior parte del 1° semestre.

LE PENE DELL’OCCUPAZIONE ITALIANA

A novembre, il tasso di disoccupazione è salito al 13,4% dal 13,3% (rivisto al rialzo di un decimo) di ottobre. Si tratta di un nuovo massimo storico ove si consideri non solo la serie mensile (disponibile a partire da gennaio del 2004) ma anche quella trimestrale (ovvero dal 1977). Nel mese si registra un secondo calo mensile significativo per gli occupati, di 48 mila unità dopo le 65 mila del mese precedente. Nuovo record anche per la disoccupazione giovanile (nella fascia d’età 15-24 anni), salita al 43,9% a novembre dal 43,3% di ottobre. Poiché una ripresa congiunturale deve ancora materializzarsi (confidiamo in segnali più chiari in questo trimestre), la situazione occupazionale rimarrà difficile ancora per qualche tempo.

COME INFLUISCE IL CALO DEI PREZZI DEL PETROLIO

Una spinta per la ripresa e, indirettamente, per la stabilizzazione del mercato del lavoro potrebbe arrivare dai recenti movimenti sui mercati finanziari, del cambio ma soprattutto del prezzo del petrolio. La nostra stima di crescita del PIL dello 0,4% nel 2015 (dello scorso novembre) incorporava un cambio euro/dollaro pari a 1,22 e un prezzo del brent crude di 72 dollari in media nell’anno. Rispetto a tali ipotesi tecniche assunte alla base della stima sul PIL, l’euro si è deprezzato in misura relativamente modesta (del 3%) mentre il petrolio (anche valutato in euro) si è deprezzato in misura significativa (del 30% circa). In base alle nostre simulazioni, ne deriverebbe un impatto aggiuntivo di circa 0,3% sul PIL medio annuo. L’effetto sull’occupazione è positivo ma di minore entità (0,1%). L’impatto netto sull’inflazione è significativamente negativo (-0,5%).



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