Con una coincidenza un pochino sospetta il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si è tirato fuori con battute sui suoi troppi impegni di governo dalla corsa al Quirinale mentre il presidente del Consiglio e segretario del Pd Matteo Renzi annuiva al ministro dell’Interno Angelino Alfano, che in qualità di leader del Nuovo Centrodestra gli chiedeva di non coltivare per il Colle candidatura di “novellini” e “tecnici”.
Dati i 50 anni richiesti dalla Costituzione per essere eletti al vertice dello Stato, i “novellini” evocati da Alfano dovevano e debbono intendersi non giovani ma, semplicemente, estranei alla politica, privi di esperienza istituzionale, quindi tecnici. Tipo il ministro da troppo poco tempo in carica all’Economia per considerarsi già pratico di rapporti politici. O il governatore in carica alla Banca d’Italia Ignazio Visco, mai passato prima per esperienze politiche, diversamente dal suo predecessore Carlo Azeglio Ciampi.
Ciampi arrivò al Quirinale nel 1999 dopo essere stato presidente del Consiglio, fra il 1993 e il 1994, e più volte ministro del Tesoro, nei governi di Romano Prodi e di Massimo D’Alema, dal 1996 sino all’elezione a capo dello Stato. Nulla quindi di paragonabile, per esperienza politica, a Ignazio Visco.
Risulta che negli incontri con le delegazioni degli altri partiti Renzi abbia in qualche modo attribuito la corsa quirinalizia di Padoan alla fantasia dei giornali, evidentemente ignari della convinzione del ministro di avere ancora “tanto da fare” come ministro.
Ai giornali, per carità, non manca la fantasia. Ma anche Renzi ci ha messo di suo per invogliarli ad accreditare Padoan fra i possibili successori di Giorgio Napolitano, per esempio invitandolo a sorpresa fra amici e compagni di partito per scambiarsi gli auguri natalizi.
Auguri, peraltro, ben poco tecnici.