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I giovani che cercando un sogno trovano un falso credo armato fino al collo

…nessuno imposta la questione: ci sono dei giovani, persino dei giovanissimi, che pensano di non avere nulla da perdere, con una “religione” che da’ senso se non alla loro esistenza al dopo, alla quale sembrano “follemente” dedicarsi ma infondo chiedono a cosa serve la loro vita, e non sapendo trovare una risposta nel loro Stato, e nel loro stato, preferiscono entrare nell’unico club aperto che gli capita a tiro, dove si paga con la vita l’iscrizione. Un sogno e’ quello che anima l’essere umano…e purtropo anche gli atti disumani. C’era una volta il sogno americano con tutti i suoi limiti. C’era una volta il sogno comunista, persino quello cristiano, oggi vi sono principalmente sogni targettizzati, c’e’ quasi sempre un ashtag giusto per inquadrarli,  poi all’improvviso, alla vita quotidiana, individuale, tutt’alpiu’ familiare, ecco che qualcuno ritira in ballo l’organizzazione, la base, il reclutamento, una finalita’, un libro e uno solo, persino un Dio. Ovvero nella societa’ costituita da individui che sempre meno vanno in chiesa, sempre meno hanno un partito, come potremmo dire? meno “legati”, anche nelle relazioni sempre meno timbrate dallo stemma del matrimonio, dove le ideologie sono annacquate, qualcuno vorrebbe riportare il mondo al trapassato remoto. In verita’ un pizzico in piu, di senso di appartenenza tutti i giovani di oggi lo vorrebbero trovare, in verita’ un pizzico in piu’ di comunita’ i giovani di oggi lo cercano, anche se poi la chiamano community, un pizzico in piu’ di coerenza i giovani di oggi la chiedono. Certo quei giovani di oggi che hanno ucciso con ferocia in nome di un falso credo sono i mostri da prima pagina, sono coetanei anni luce lontani dalla modernita’, dall’occidente dell’opulenza, eppure sono nati o cresciuti fianco a fianco…

Tutti in cerca di un senso per la loro vita. C’e’ chi egoisticamente pensa solo alla propria e chi egoisticamente persino la toglie ad altri, ovviamente neppure mi soffermo oltre nel condannare l’atrocita’, il dolore, la ferita al cuore della citta’ romantica, laica e democratica, e a quello di tutti noi. Ma mi preoccupa l’odio a catena che sapremo generare, o la trascuratezza che ancora di piu’ ci sara’ nelle nostre politiche, se presi da un nuovo palcoscenico dell’incivilta’ ci distraiamo dal creare il bello, il giusto, lo spazio a ciascuno… che da’ senso alle vite.

Penso a quei giovani di cui hanno parlato i giornali dopo i dati istat di pochi giorni fa, come il problema piu’ grave per la loro inoperativita’ nel sistema, la disoccupazione, e che gia’ oggi sono riaccantonati nell’oblio.

Ma poi si scopre che alcuni anelli deboli si staccano dai neet e finiscono organizzati dalla malavita, nostrana e straniera. Magari solo tre persone sul mucchio dei duemilioni di neet.

Tre, come coloro che hanno scatenato il panico, il terrore, in una redazione di Parigi.

 

 

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