Oggi cosa si vede nella nebbia fitta che circonda le manovre per il Quirinale?
Cominciamo con i candidati che abbiano uno standing di relazioni internazionali: abbiamo Prodi, D’Alema, Amato e Casini.
Questi quattro contemperano relazioni internazionali e ruoli istituzionali ricoperti nella vita del paese. La rosa è di quattro nomi ma due, Prodi e D’Alema, non sono forse graditissimi ai contraenti il patto del Nazareno.
Troppo forti, troppo autorevoli, troppo tutto insomma.
Restano Amato e Casini.
Gli italiani non hanno perdonato ad Amato il prelievo forzoso sui conti correnti (a prescindere dalla bontà o meno del gesto) e molta sinistra lo ha riempito di incarichi prestigiosissimi con un retro pensiero un po’ malpancista. Si tratta comunque di una indiscussa personalità.
A Casini, la minoranza del PD rimprovera forse certi tentennamenti nei suoi rapporti con Bersani ma la perfetta gestione della Presidenza della Camera, una tendenza alla ricerca del compromesso equilibrato ed una non comune professionalità politica ne fanno un candidato altrettanto attendibile.
E se Renzi volesse sparigliare? La mossa potrebbe essere quella di usare un volto femminile. Non potendo utilizzare la giovanile beltà delle sue ministre (sia detto senza ironia) Boschi e Madia, ha pronto la classe da gran signora della senatrice Finocchiaro, storica dalemiana, impeccabile capo gruppo, corretta presidente della commissione Affari costituzionali e si dice gradita anche a Berlusconi. Un altro dei nomi favoriti.
Speriamo che la divina provvidenza ci eviti improvvisazioni, colpi di scena, boutade giovanilistiche; mi raccomando, non siamo a masterchef. Garantiamo agli italiani un buon usato sicuro.