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Il paese di Lord Ivywood

Mi ha colpito molto l’altra sera a Otto e Mezzo sentire Flavio Tosi dire che in Italia non e’ diffusa una certa cultura anglosassone. Mi ha colpito perchè proprio non capisco a cosa si riferisca Tosi visto che qui da noi siamo, invece, tutti dei Lord Ivywood. Gente capace e sempre pronta a difendere la causa dei cani pur odiando i cani e non avendone, ovvio, mai avuto uno.
Certo Tosi sta alla seta come Salvini alla lana. E’ un altro parlare, il suo. Ma sullo stile anglosassone di cui scarseggia l’Italia proprio non sono riuscito a seguirlo. Non vorrei che questa idea gli sia venuta in mente durante l’incontro con la Meloni e Fitto.
Ad ogni modo torniamo al punto. Non saremmo anglosassoni secondo Tosi. E invece a me sembra che siamo finiti tutti a the delle 5. Dopo l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo, pure il custode del mio palazzo si è messo a fare vignette sui muri. E non festeggerei il compiersi di chissà quale avvento dei Lumi. Il custode, infatti, nella scala umana è proprio all’ultimo posto, sotto pure all’amministratore di condominio che almeno nell’accoppiata, tutta satirica, è la volpe mentre il custode è uno stupido gatto. Un gatto con la matita, anziché la coda, però.
Non parliamo dei giornali, poi. Sembra che avevano avuto la soffiata. Hanno scritto una quantità di articoli sulla faccenda, ovviamente incentrati sugli -ismi che gli stavano più o meno sullo stomaco, che pare non si preparassero ad altro da settimane.
Per fortuna hanno liberato le due cooperanti. Loro liberate hanno liberato noi da questo hashtag.


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