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Il primo viaggio del 2015: Pisa-Berlino

Il 2015 si apre con un viaggio: il primo gennaio sono tornato a Berlino prendendo un volo easyJet da Pisa. Mi sono spesso chiesto, viaggiando, se quello nei confronti degli italiani fosse o meno uno stereotipo, sia degli stranieri nei nostri confronti sia mio e di tanti altri connazionali (auto-stereotipo). Ebbene, ogni volta che cerco di sforzarmi per dire che sono più gli stereotipi che le cose oggettive sono gli italiani stessi ad abbattermi.

All’aeroporto c’erano così tante persone come non ne avevo mai viste prima a Pisa. La fila per i controlli di sicurezza iniziava praticamente da fuori. Una coda estenuante fatta di grida, gente che mangiava panini e beveva sputacchiandoti addosso e riempendoti di briciole il giaccone. Bambini che correvano ovunque con madri sbraitanti e padri del tutto non curanti di quello che la prole stava facendo. E poi le solite cose all’italiana (il caos di grida ormai è scientificamente assodato essere proprio dell’italiano, quindi su questo non mi soffermo).

Tutto inizia con i tentativi maldestri della gente di intrufolarsi a metà della coda, spintoni e poi litigate per dire: “c’ero prima io” quando era più che palese che non era così. Osservo in religioso silenzio, non mi intrometto. Il mio volo era in partenza alle 14.20 ed io ero già in fila alle 13.00, con bagaglio da stiva consegnato alle ore 12:35. Più o meno due ore prima dell’imbarco, come consigliato sempre dalle compagnie aeree.

Durante il pellegrinaggio verso i controlli di sicurezza, vedo altre scene sconcertanti: gente che spinge altra gente per passare avanti, come già detto, gente che manda avanti bambini piccoli e poi fingendo di doverli recuperare saltano anch’essi la fila. Gente che si inventa ogni tipo di scusa per convincere gli assistenti a farli passare prima degli altri:

“il mio volo parte tra poco!” / “quale è il suo volo?” / “Siviglia!” /”Signora, il volo è tra due ore, faccia la fila come tutti gli altri!” / “Ma sono in fondo, ci vuole troppo!” /”faccia la fila”.

Proseguo sospinto da quest’orda di incivili rumorosi e il mio mal di testa è cresciuto fino a farmi avere la nausea. Sono a metà della fila dopo 30 minuti (veloci questi pisani!) ed ecco i vincitori del premio “rispetto delle regole“: gente che passa sotto ai divisori del percorso o che addirittura li stacca per tagliare di netto la strada a tutti gli altri, rei di essere in fila… Gli assistenti che gridano dicendo: “rispettate la fila e non sganciate i divisori“. E non appena l’assistente si distrae per redarguire quelli davanti, da dietro i furbi (perché così si definiscono, si sentono) corrono per tagliare un altro pezzo della fila. Continuo ad osservare in silenzio con un fastidio crescente.

Poi la scena magistrale, il colmo: davanti a me, dopo 40 minuti di fila, mi trovo la tipa che lamentava di essere troppo lontana con quel volo in imminente partenza (entro 2 ore). Era passata davanti con il marito/compagno/chicchessia. E cosa accade? Il volo per Tirana è in partenza e decidono di far passare prima quei passeggeri. Un signore albanese li sorpassa e la signora (sostenuta dal marito) esclama: “ehi, la fila si rispetta, non ci può passare avanti“. I miei occhi non credono alla scena e nemmeno le mie orecchie. Mi faccio violenza per non dire due parole a quella signora. E il marito aggiunge: “nei Paesi civili si fa così“.

Ed ecco, l’Italiano in viaggio: rumoroso e pure razzista, sempre pronto a disattendere le regole quando si tratta di se stesso ma subito giudice per condannare gli altri, con maggior gusto (e più ipocrisia) se questi “altri” sono stranieri.

Dopo 50 minuti sono al Gate circondato ancora da italiani urlanti e durante le procedure d’imbarco incontro un altro genere di viaggiatori, quelli che “hanno volato 100 volte con easyJet e non era mai successo prima“. Cosa esattamente? Il fatto che la Hostess chieda di fare la prova del bagaglio a mano e che imbarchi tutto ciò che non entra nell’unico bagaglio a mano che la compagnia aerea consente di portare a bordo (come è scritto sui biglietti, in caratteri cubitali in ogni angolo del Gate e sul sito). E non solo questo: si chiedono anche perché con Ryanair possono portare 10 valige e con easyJet no (falsità, ovviamente… una ridicola falsità).

Così perdo altri 30 minuti circa nella fila mentre questi viaggiatori allo sbaraglio mi fanno spazientire: quindi spiego io stesso ai signori e alle signore che mi stanno dietro lamentandosi che loro non possono non portare due o tre bagagli con loro, che le REGOLE, queste sconosciute, dicono “un solo pezzo” ossia “un solo bagaglio” e allora faccio vedere il biglietto dove sta scritto e il cartellone di 1 metro che abbiamo di fianco con il disegno (a prova d’idiota) del passeggero con una croce rossa sul secondo bagaglio (ma forse anche questo è troppo complicato da capire).

Mi chiedo spesso se la colpa è mia che sono troppo suscettibile, o severo o troppo attento a quello che fanno gli italiani, o se è proprio tutto così. E che non hanno tutti i torti a dipingerci in modo semplicistico. Confido nelle nuove generazioni…. però….davanti a me un ragazzino abbatte anche questa mia speranza: ha uno zainetto con scritto: “abbasso la scuola, abbasso il latino, siamo nati per fare casino“.

Altro che “Spes ultima Dea est“…

Infine, ultima categoria di italiano viaggiatore: quello che quando c’è da spegnere i cellulari e/o dispositivi mobili di qualsiasi genere, finge di aver spento tutto e nasconde il cellulare o il pc/tablet al passaggio della Hostess. Perché anche questa è furbizia: come se il compromettere la sicurezza del volo in cui ci si trova, sia atto di furbizia…

Il viaggio è un’agonia. La sensazione di spaesamento che mi hanno provocato gli schiamazzi, le grida, le lamentele continue e le reiterate violazioni ad ogni regola e norma di buon senso mi mettono KO. Per fortuna il fisico reagisce nell’unico modo possibile: sonno!

Mi risveglio quando in fase d’atterraggio metà dell’aereo applaude compiaciuto: altro mistero tutto italiano. Domanda: ma cosa applaudite? Chi e perché?

Spero che il 2015 porti tanta felicità e allegria a tutti. Pace e soprattutto concorra alla trasformazione di questa categoria di viaggiatori davvero fastidiosi e ridicoli perché è difficile, con tutta la buona volontà, non trovarsi d’accordo con chi continua a dipingerci pizza e mandolino.

#Buon2015

 

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