Oggi si celebra la Giornata della Memoria. Mi sia consentito di onorare il ricordo della Shoah in modo un po’ irrituale, ovvero con una poesia. Il suo autore è Paul Celan (1920-1970), un ebreo che scelse di fare i conti con l’Olocausto componendo versi in lingua yiddish e in tedesco.
Theodor W. Adorno sosteneva l’impossibilità di fare poesia dopo Auschwitz. Con la sua lirica più celebre, “Todesfuge” (“Fuga di morte”), Celan aveva invece dimostrato non solo che era ancora possibile, ma che era anche necessario.
Iniziata nel 1945 e terminata Bucarest, durante la deportazione dei genitori nel lager di Michajolovka e lo sterminio degli ebrei della Bucovina, “Todesfuge” è un potente grido di dolore che si innalza nell’orrore infinito della realtà bestiale del campo di concentramento:
Nero latte dell’alba lo beviamo la sera
 lo beviamo a mezzogiorno e al mattino lo beviamo di notte
 beviamo e beviamo
 scaviamo una tomba nell’aria là non si giace stretti
 Nella casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive
 che scrive all’imbrunire in Germania i tuoi capelli d’oro Margarete
 lo scrive ed esce dinanzi a casa e brillano le stelle e fischia ai suoi mastini
 fischia ai suoi ebrei fa scavare una tomba nella terra
 ci comanda ora suonate alla danza
Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo al mattino e a mezzogiorno ti beviamo la sera
beviamo e beviamo
Nella casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive
che scrive all’imbrunire in Germania i tuoi capelli d’oro Margarete
I tuoi capelli di cenere Sulamith scaviamo una tomba nell’aria là non si giace stretti
Lui grida vangate più a fondo il terreno e voi e voi cantate e suonate
 impugna il ferro alla cintura lo brandisce i suoi occhi sono azzurri
 spingete più a fondo le vanghe voi e voi continuate a suonare alla danza
Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
 ti beviamo a mezzogiorno e al mattino ti beviamo la sera
 beviamo e beviamo
 nella casa abita un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
 i tuoi capelli di cenere Sulamith lui gioca con i serpenti
 Lui grida suonate più dolce la morte la morte è un maestro tedesco
 lui grida suonate più cupo i violini e salirete come fumo nell’aria
 e avrete una tomba nelle nubi là non si giace stretti
Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
 ti beviamo a mezzogiorno la morte è un maestro tedesco
 ti beviamo la sera e la mattina e beviamo e beviamo
 la morte è un maestro tedesco il suo occhio è azzurro
 ti colpisce con palla di piombo ti colpisce preciso
 nella casa abita un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
 aizza i suoi mastini contro di noi ci regala una tomba nell’aria
 gioca con i serpenti e sogna la morte è un maestro tedesco
i tuoi capelli d’oro Margarete
 i tuoi capelli di cenere Sulamith


									




