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1. Isis – Dal caos della guerra civile siriana e dall’instabilità politico-settaria che affligge l’Iraq del post-ritiro americano emerge lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante (poi Stato islamico o Daesh). Nei primi mesi dell’anno il gruppo jihadista e sunnita conquista ampie porzioni di territorio a cavallo dei due Stati per estendersi dalla periferia di Aleppo fino ai sobborghi di Baghdad. L’efferatezza, la brutalità e l’efficienza delle forze guidate dal califfo Abu Bakr al-Baghdadi costringono gli Stati Uniti a intervenire per arginarne l’avanzata in Iraq (con bombardamenti aerei che prendono il via in agosto) e successivamente anche in Siria. A settembre Washington è alla testa di una Coalizione internazionale composta da 59 Paesi impegnata per via diretta e indiretta a contrastare l’Isis e i suoi alleati. L’Italia vi prende parte con un contingente dell’Esercito dislocato a Erbil, capoluogo del Kurdistan, affiancando statunitensi, britannici, francesi e tedeschi nella fornitura di armi, munizioni e addestramento ai peshmerga curdi.

2. Crisi in Ucraina e del sistema finanziario russo – Il rifiuto del Presidente ucraino Viktor Yanukovich di firmare l’Accordo di associazione con l’Unione Europea porta una variegata opposizione (fra cui figurano tanto gli europeisti quanto i nazionalisti) a scendere in piazza per manifestare contro la decisione. Le proteste, degenerate in violenti scontri con la polizia, causano decine di morti. A febbraio il Parlamento di Kiev vota la rimozione del presidente mentre le forze filo-europee si impossessano del potere. Successivamente, truppe filo-russe prendono il controllo della Crimea e in marzo un referendum ne sanziona la secessione dall’Ucraina prima che la Russia annetta la penisola. La crisi, che coinvolge direttamente Mosca e indirettamente anche i Paesi occidentali, sfocia in guerra aperta dopo che il successo dei referendum per l’autonomia da Kiev nelle regioni di Donetsk e Lugansk costringe l’Esercito ucraino a intervenire militarmente contro le forze separatiste filo-russe nell’Est del Paese. Stati Uniti ed Unione Europea accusano Mosca di sostenere i separatisti e rispondono a quella che reputano essere un’ingerenza russa in Ucraina imponendo sanzioni contro la Russia del presidente Putin e i giganti dell’energia Gazprom, Rosneft e Transneft. Le sanzioni occidentali colpiscono l’economia russa poco prima che i paesi Opec, guidati dall’Arabia Saudita, decidono di mantenere inalterata l’attività di estrazione del greggio nonostante l’eccesso di produzione mondiale dovuto alla frenata dell’economia europea, a quella della Cina e alla svolta americana: la rivoluzione del “fracking”, i gas e il petrolio estratti dalla roccia di scisto che avvicina gli Stati Uniti all’autosufficienza dell’energia. La conseguenza è un crollo delle quotazioni del greggio che a dicembre tocca i 60 dollari al barile mettendo a repentaglio la stabilità dell’economia russa e del suo sistema finanziario, i quali necessitano di un prezzo sopra ai cento dollari al barile per sostentarsi. In pochi mesi si assiste al crollo del rublo e alla crescita esponenziale del debito russo, statale e privato, che sollevano più di un interrogativo sulla tenuta del sistema di potere che fa capo a Putin.

3. Unione Europea e Semestre italiano – Dal 1° novembre 2014 Jean-Claude Junker è il nuovo presidente della Commissione Europea. Succede alla Commissione Barroso II dopo la vittoria del Partito Popolare Europeo alle elezioni europee di maggio. Junker propone un piano di investimenti da 315 miliardi secondo il quale i contributi volontari dei singoli Stati devono essere scorporati dal calcolo del deficit al fine di rilanciare l’economia europea senza pesare sul debito dei Paesi membri. Ma il piano, sulla carta particolarmente ambizioso, ha delle criticità che si celano nelle sue modalità di esecuzione. A giugno l’Italia assume la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea con l’ambizione di porre le basi per il rilancio di un continente prostrato dalla crisi economica e indebolito dalle lacerazioni interne. Federica Mogherini, già titolare della Farnesina, è nominata Alto Rappresentante dell’Ue superando le diffidenze di quanti la reputano troppo poco esperta e non sufficientemente ferma nel condannare la politica russa in Ucraina. Il semestre che doveva portare a un ripensamento delle logiche politiche alla base dei rapporti fra le istituzioni europee e gli Stati membri si chiude con la decisione della nuova Commissione Junker di rinviare a marzo 2015 il giudizio definitivo sulle leggi di bilancio di Francia e Italia, i paesi che più di ogni altro hanno preso posizione contro i falchi tedeschi del rigore e i loro alleati nel continente, domandando alla prima misure aggiuntive per far quadrare i conti e alla seconda misure efficaci per render più competitiva la propria economia.

4. Stati Uniti – Le elezioni di mid-term negli Stati Uniti sanciscono la vittoria del partito repubblicano alla Camera dei rappresentanti e al Senato, bocciando il presidente Obama e mettendo le basi per una difficile coabitazione tra Congresso e Casa Bianca nei suoi ultimi due anni di mandato. I repubblicani, che conservano il controllo della Camera e conquistano il Senato, hanno la meglio anche nelle elezioni dei governatori e vincono persino in Stati tradizionalmente democratici come Maryland, Arkansas, Illinois e Massachusetts. Tra gli elettori statunitensi sembra prevalere lo scetticismo nei confronti del presidente e la percezione diffusa che gli Stati Uniti stiano attraversando una fase di relativo declino sul piano interno ed esterno, nonostante una ripresa economica sempre più solida. Ma la vittoria repubblicana alle elezioni di mid-term non è garanzia per un secondo successo anche alle elezioni presidenziali del 2016: il partito è infatti diviso al suo interno e non ha ancora individuato una figura sufficientemente carismatica da opporre alla candidatura sempre più probabile di Hillary Clinton in campo democratico. Dicembre è il mese delle rivelazioni, degli annunci e delle svolte: è il caso del rapporto della Commissione intelligence del Senato degli Stati Uniti sulle brutali tecniche di interrogatorio della Cia dopo l’11 settembre 2001 che il presidente Obama si affretta a dichiarare incompatibili con i valori americani; quindi della discesa in campo da parte di Jeb Bush, ex Governatore dello Stato della Florida dal 1999 al 2007, secondogenito dell’ex-presidente George H. W. Bush e fratello minore dell’ex-presidente George W. Bush, in vista delle elezioni per la Casa Bianca nel 2016; infine della svolta storica nei rapporti tra Usa e Cuba con la normalizzazione delle relazioni fra Washington e L’Avana e l’allentamento delle sanzioni economiche deciso dal presidente Obama.


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