Se, come è assai probabile, il nuovo inquilino del Colle dovesse essere, anzi sarà, il moroteo Sergio Mattarella, avrà vinto il moderno catto-comunismo, sbarcato nel lessico e nella prassi politica nel 1944 a Salerno, quando, tornato da Mosca, Palmiro Togliatti, spiazzando il fronte antifascista e antimonarchico, sostenne il governo di unità unità nazionale con il Maresciallo fascista Pietro Badoglio: seguirono poi i governi di pacificazione nazionale e religiosa con la Dc sotto lo sguardo attento del Vaticano.
Dopo l’ascesa in Vaticano, del primo Papa nero, il gesuita Jorge Mario Bergoglio e a Palazzo Chigi del cattolico boy scout, Matteo Renzi, nel 70esimo della Liberazione si accinge a salire al Quirinale, a meno di un cataclisma dell’ultimora, il cattolico doc, Mattarella: l’intreccio tra le massime poltrone che non è puramente casuale e dice della rottamazione della laicità, di un valore, proprio di una certa cultura di sinistra, preziosissimo ma mal curato e gestito.
Papa Francesco, Renzi e Mattarella, seguaci di San Francesco, sono persone colte e perbene ma accumunate da una credenza religiosa, quella cattolica e/o cristiana. Credenza legittima e rispettabile, al pari di altre, se non entrasse spesso in rotta di collisione con le prerogative e con le peculiarità di uno Stato laico, che legifera per la comunità intera, e non teocratico, per cui quel che per la credenza religiosa è un peccato, come il divorzio, l’aborto, l’eutanasia, l’eterologa o la contraccezione, si tende e si pretende di elevarlo a legge con relativi divieti e restrizioni.
Ma in discussione non sono solo quei diritti civili insindacabili che riguardano direttamente la persona umana, la sua salute e la sua vita, sanciti dalla stessa Costituzione, ma anche una serie di doveri di tutti i cittadini fatti privilegi per pochi, come i luoghi di culto, le scuole e le università, gli ospedali e gli enti religiosi: una commistione d’interessi dai quali la comunità intera è penalizzata e anche fortemente.
Il Pd di Renzi non può che esultare, e giustamente, se Mattarella, un suo esponente, salirà al Colle, e lo stesso farà molto probabilmente Papa Francesco e non mancherà di farlo anche la minoritaria e criptica sinistra dispersa tra Human factor e Alexis Tsipras felice perchè il Patto del Nazareno è stato azzoppato assieme a Silvio Berlusconi, il nemico numero uno. Lo scalpo di Berlusconi sarà così il bottino di guerra da esibire a riprova della vittoria….di Pirro.
Tutto ciò accade nel 70esimo della Liberazione che fece sognare ad occhi aperti il vento del Nord: ossia una Repubblica laica e democratica, e dove nessuno fosse più di un altro, come ha ricordato il presidente dell’Uruguay Josè Mujica, forte di uno Stato e suoi organi – burocrazia, esercito, polizia, magistratura, scuola e università, informazione – ripuliti per l’epurazione del personale e dei collaborazionisti del Regime fascista.
Settant’anni dopo la sorpresa, un pò amara, di un lavoro da riprendere e ancora da fare ma oggi con nuove idee e pensieri…per non morire democristiani.