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Fila, tutti i prossimi disegni dei pastelli che vanno a Piazza Affari

È l’India l’El Dorado delle matite colorate. Se n’è accorta la storica azienda italiana Fila, che finora sul pastello ha costruito i suoi successi. E che adesso, per sopravvivere alla crisi e continuare a crescere, ha deciso di quotarsi in Borsa e puntare forte sui mercati globali. La conferma è giunta ieri in occasione di un primo incontro con gli investitori presso la Borsa di Milano.

IL POTERE DI UNA MATITA

Lo storico gruppo fiorentino, acronimo di Fabbrica italiana lapis e affini, è cresciuto molto rispetto a quando commercializzava due sole linee di prodotto: Tratto per la scrittura e Giotto per il colore, passando, nel giro di un ventennio da 20 a 230 milioni di fatturato. Perché, come ha spiegato l’amministratore delegato Massimo Candela, alla terza generazione in azienda, “a metà anni ’90 abbiamo pensato di utilizzare Tratto per fare e cassa e investire sul colore”.

Una scelta che si è rivelata vincente, tanto che il colore è divenuto il vero e proprio core business del gruppo, che ha conquistato la metà del mercato domestico e aspira a contendere quote su quello globale, non solo ai tedeschi di Faber-Castell e Staedtler o i francesi di Bic, ma anche agli statunitensi di Crayola.

PASTELLI VS TABLET

E quello del colore è un mercato che, secondo alcune ricerche, non pare nemmeno destinato a crollare sotto i colpi della concorrenza di tablet e piattaforme di gioco elettroniche. Nonostante, peraltro, presenti notevoli barriere all’ingresso, quali, ha spiegato Candela: l’importanza che riveste il marchio (che “supera e lega tra di loro le generazioni”) e la qualità del prodotto, (che “i nostri terribili consumatori”, i bambini, “riconoscono immediatamente”).

IL FUTURO È IN INDIA

Ma il futuro, nel mondo dei pastelli colorati, è senza dubbio dei Paesi in via di sviluppo, con l’India in prima fila, seguita a ruota da Messico e Brasile. Non solo per via del calo dei consumi interni che ha investito l’Italia in seguito alla crisi. Molto più semplicemente, perché mentre da noi nascono poco più di 500 mila bambini l’anno, in India ne nascono cinquanta volte tanti, ossia 25 milioni. Per un totale, rispettivamente, di 8,4 milioni di italiche manine, tra i 5 e i 14 anni, che potrebbero far comprare ai loro genitori un pastello; contro i 450 milioni complessivi di India (che da sola vale 30 milioni di fatturato), Brasile e Messico. Senza contare, poi, gli Stati Uniti, dove il gruppo è presente da più tempo.

IL COSTO DEL LAVORO

Mercati che offrono, insomma, grandi potenzialità, a maggior ragione per realtà come Fila, che ha dislocato i suoi principali stabilimenti tra Italia, Francia, Messico, Brasile, Stati Uniti, India e Cina. Non solo per avvantaggiarsi del “basso costo del lavoro”, ma anche, ha detto Candela, “per essere più reattivi ai cambiamenti della domanda”.

MAIMERI E I COLORI DEI “GRANDI”

Per entrare in quei mercati Fila ha rilevato storiche aziende locali come: Blanca Nieve e Vinci in Messico, Doms in India, Licyn in Brasile e Dixon negli Stati Uniti. Senza contare, in Italia, l’acquisto da parte del gruppo, che già possedeva Das e Pongo, anche di Maimeri, avvenuto l’anno scorso per aggredire il mercato del colore “da adulti”. Oppure l’acquisto di Lyra, in Germania, per studiare più da vicino il campo su cui giocano i rivali di sempre.

CRESCERA ANCORÀ?

La strada scelta dalla dirigenza per quotarsi in borsa, invece, ha spiegato Candela, non è stata quella dell’Ipo, perché “non ci avrebbe consentito di concentrarci sul nostro core business”; bensì quella della fusione con Space, un veicolo di investimento contenente esclusivamente cassa, presieduta da Gianni Mion, già per 25 anni amministratore delegato della finanziaria della famiglia Benetton.

Così facendo, la famiglia Candela rimarrà primo azionista di Fila con una quota compresa tra il 52 e il 55%; mentre ad uscire dall’azionariato sarà Intesa Sanpaolo, che cede il 13% a Space. Resta sola una domanda cui investitori vorrebbero trovare risposta, ed è risuonata nei saloni di Palazzo Mezzanotte: “Fila quanto può crescere ancora?”. Solo in futuro potremo saperlo.

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