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Perché la Grecia è anche affar nostro

In questi giorni la palla del consenso del giovane toscano continua a cercare di far rete e distogliere lo sguardo dalla  squadra disordinata e dalla partita che si sta affrontando. Così si passa dall’obiettivo Quirinale, alla scuola riformata, tralasciando ancora una volta la riforma della giustizia e dei decreti attuativi sul lavoro di cui si discute nelle segrete stanze, in mano ai pochi e fidati uomini del Presidente che di pasticci per inesperienza comunque continuano a farne. Vedi appunto il decreto fiscale.

Allora mettiamo in fila le questioni legate alle riforme intraprese che Non ci piacciono come appunto la riforma Costituzionale che sta producendo con una sola Camera, un Senato settario di cravattari locali e senza principi di riequilibrio di genere. Un sistema di autoritarismo imperante, con una legge elettorale che prevede un premio di maggioranza del 15% alla prima lista,i capilista nominati e non eletti, senza la riforma dei partiti prevista appunto dalla Costituzione art. 49 con una reiterata selezione della classe dirigente come avviene oggi di cortigiani e cortigiane del padrone.

Dunque il frenetico Spedy Gonzales fatto Presidente che  ha come compagno di ventura un Bip  Bip  che lo rincorre affannato e in età , dovrebbe almeno per non inciampare, fermarsi a spiegare, in questo inizio anno che si è annunciato pieno di grane, come stanno le cose di fronte alla vittoria certa di quel  greco Tsipras che ha in Italia una notevole pattuglia di seguaci che si stanno accampando ad Atene per sostenerne la candidatura.. Sì perché sappiano  signore e signori che ben 58 Miliardi ha pagato L’Italia per reggere i piani di salvataggio dei paesi europei come la Grecia  e nel caso in questione l’ esposizione dei debiti dei nipotini di Socrate    è verso gli stati che hanno tirato fuori i soldi e non verso la comunità europea, ma siccome noi abbiamo contribuito attraverso la partita di giro/salasso a favore delle banche tedesche ,siamo noi che siamo  direttamente interessati alla situazione greca,nonché la nostra borsa italiana, nonché la nostra indole coatta di donatori di sangue che sta tanto a cuore alla Merkel. E già che ci siamo ricordiamo quello che ,sempre da queste pagine, abbiamo giustamente intuito in ambito europeo,passato un po’ troppo silenzio e  che oggi è ancora più clamoroso .I famosi 300 miliardi di Junker per rilanciare l’Europa  ci saranno quando e solo tutti i 28 Paesi tireranno fuori i  soldi sonanti e veri per far cassa e non sulla carta: e dunque all’Italia toccherà l’ennesimo versamento di  sangue a favore di altri? Come faremo? Ricordiamoci orsù, quello che, sempre da queste pagine, segnalammo quando ci fu la ricapitalizzazione della Banca d’Italia che virtualmente dovrebbe essere pubblica e non lo è già più da un bel pezzo a favore di operazioni bancarie di gruppi di banche private, cosa leggendo attentamente i documenti della BCE, venne evidente e platealmente.

Gli attivi bancari delle maggiori democrazie europee sono in mani pubbliche così è per il 51% in Germania, per il 20% in Francia, solo per il 12% in Italia. Come faremo a costruire una forza economica europea da sudditi?Come possiamo tenere la testa alta di fronte ad un declino evidente della nostra economia e da rapporti comunitari così deboli? Noi non ci rassegniamo al silenzio complice e asservito perché  nell’individuare la via della crescita economica (suggerimenti e istruzioni per l’uso ne abbiamo dati e continuiamo a darne) puntiamo ad una posizione politica condivisa e ad una soluzione economica di buonsenso stando dalla parte dell’Italia e dell’Europa.

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