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Quando il Potere si trasforma in Paura di Firma

Ho pensato di scrivere una lettera aperta come Segretario Generale di Competere al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia.

Che ne pensate?
Scrivetemi in privato dal mio sito o www.competere.eu

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Gentile Presidente, Gentile Ministro,
voglio condividere con voi una riflessione su un tema chiave: come la pubblica amministrazione spesso freni lo sviluppo del Paese.
Perché in Italia si blocca tutto appena è chiamata in causa una pubblica amministrazione?
Perché è inefficiente? Perché i ritardi sono funzionali a far lievitare i fenomeni della corruzione e della concussione?
Perché, per dirla con l’ex Ministro Renato Brunetta, ci sono troppi ‘fannulloni’?
Sono tutte concause di volta in volta verificabili, come ha spesso messo in luce l’attività degli organi inquirenti.
C’è però un elemento importante, trascurato dal dibattito: il potere di firma del funzionario pubblico e le sue conseguenze.
Nella nostra macchina amministrativa chi cerca la tranquillità ha davanti una opzione chiara, comoda, scacciapensieri: non firmare nulla!
Chi decide (ad esempio, firma autorizzazioni), si assume il rischio di essere accusato di abusi di ufficio dalla magistratura. Chi non muove foglia, non teme sanzioni di sorta.
Così non andremo da nessuna parte.
Andrebbero introdotti meccanismi premiali nella PA a favore degli impiegati che si assumano la responsabilità di far avanzare progettualità virtuose a supporto del rilancio dell’economia.
Dovrebbero, inoltre, essere rafforzati i sistemi di controllo interni al pubblico impiego, responsabilizzando maggiormente i dirigenti e riducendo gli spazi potenziali per la commissione di reati, prevenendo in tal modo l’azione giudiziaria e limitandone almeno quantitativamente le dimensioni.
I reati, se ci sono, vanno puniti. A essere contenuto deve essere il numero di indagini che, destinate all’archiviazione, bloccano per mesi e mesi la realizzazione di un’opera di pubblico interesse.
Al di là della responsabilità civile e penale, c’è da ripensare alla nostra anomala giustizia amministrativa. Non è possibile che chiunque abbia perso una gara d’appalto abbia agevolmente, a prescindere dalla concretezza delle sue argomentazioni, la possibilità di impedire l’avvio dell’intervento oggetto del bando, con ricorsi alle varie sedi di giudizio.
Questo scenario va cambiato, se vogliamo rendere più competitivo il nostro Paese. Poniamocelo, tutti, come obiettivo, inserendolo tra i buoni propositi per l’anno in corso.
Tutti parlano di rilancio dell’economia e di come creare posti di lavoro, ma in pochi si interrogano su come le Istituzioni, senza soldi ma solo con una sburocratizzazione e un nuovo approccio, possano contribuire in maniera significativa alla crescita del Prodotto Interno Lordo nazionale.
E’ importante che la pubblica amministrazione sia al fianco degli attori economici e dei lavoratori e non si ponga stupidamente il ruolo della controparte.
Oggi un imprenditore che decide di investire in Italia rischia di entrare in un vortice assurdo, alimentato da una burocrazia spesso ottusa e inefficiente, che fa perdere anni e quindi opportunità di business.
O si volta pagina o il declino diverrà irreversibile.
In nessun manuale di economia all’imprenditore sono richieste dosi di eroismo o masochismo.
Anche perché la risposta razionale dell’operatore avveduto diventa presto o tardi la fuga. In certe condizioni, investire all’estero è una strada obbligata, piuttosto che una scelta.

Gentile Presidente, Gentile Ministro,
il vostro governo si propone di incidere fortemente, con una stagione di riforme già avviata ma di cui solo nei prossimi mesi potrà verificarsi la consistenza, sul rilancio della produttività e della competitività del nostro Sistema Paese.
Il mio invito, l’invito di un under 40, convinto che la scelta di rinnovamento anche generazionale della politica sia stata positiva quanto indifferibile, è di continuare l’opera intervenendo dall’interno della cosa pubblica, andando a intaccare i santuari della macchina amministrativa. Si incentivino i meritevoli, modificando le regole laddove necessario, e intraprendendo con coraggio e determinazione un’opera di snellimento e semplificazione della giustizia civile e amministrativa.
Avete la possibilità concreta, forse irripetibile, di cambiare l’Italia, mettendola al passo con altri paesi come Germania e Regno Unito, dove il potere pubblico è al fianco e non si oppone a chi produce e lavora.
Non lasciatevela sfuggire!

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