A molti elettori ha fatto impressione, durante le scorse elezioni europee, vedere la faccia di Alexis Tsipras sui manifesti elettorali italiani. Forse per debolezza, o per il tentativo di trovare una formula politica più avvincente, la sinistra della Penisola ha fatto ricorso ad un personaggio esterno come lui.
Sebbene Alexis Tsipras fosse un outsider nella scena politica nostrana, la sinistra italiana non era sconosciuta a lui. Il leader di Syriza ha sempre guardato ad essa con interesse e ammirazione, sin dai tempi di Enrico Berlinguer.
GIOCO CON LA MERKEL
In “Alexis Tsipras. La mia Sinistra” (Bordeaux, gennaio 2015), un libro-conversazione con il neo premier greco curato da Teodoro Andreadis Synghellakis, corrispondente della radiotelevisione greca Alpha, Tsipras spiega cosa pensa del suo coetaneo – e ora collega – Matteo Renzi: “Con la Merkel cerca di fare un gioco che ricorda quello del gatto con il topo. Posso dire che il presidente del Consiglio italiano, con il suo governo, potrebbe tramutarsi in una grande occasione per arrivare a degli importanti cambiamenti riguardo alla via che sta seguendo l’Europa”.
RENZI E IL RISCHIO DELLA DELUSIONE
Ma Tsipras tiene conto anche dei rischi in Italia: “Esiste, però, anche il pericolo che lui stesso venga inglobato in questa realtà dominante e che ci sia solo una grande delusione. Vedo come estremamente negativo il fatto che mentre Renzi capisce che con questa Europa non si può andare lontano, sembra flirtare con l’idea di portare avanti il gioco a cui facevo riferimento in precedenza: adottare, cioè, l’agenda pesante del neoliberalismo, chiedendo in cambio delle facilitazioni per il risanamento dell’economia. Mi auguro di sbagliare e che possa giungere a dei risultati concreti. Temo, tuttavia, che al punto in cui sono arrivate le cose, non è possibile vincere concedendo all’avversario di mantenere inalterata la base, i punti forti delle sue richieste”.
Sul Jobs Act, il politico greco è netto su ciò che non condivide: “Credo che in queste riforme di Renzi si trovino i punti cardine delle idee, delle fissazioni neoliberiste che ci hanno fatto arrivare alla crisi di questi anni”.
LA TEORIA DELLO SCONTRO
Secondo Tsipras, in Europa sono finiti i tempi dei consensi ed è arrivata l’ora dello scontro. “Credo che in questo momento l’Europa abbia bisogno di uno scontro frontale. So bene che il cammino del continente europeo è fatto di un continuo alternarsi di scontri e compromessi. Per arrivare, però, a un compromesso minimamente accettabile, oggi devi partire da uno scontro, dal momento che viviamo in un periodo in cui la riorganizzazione di tutta la realtà – specie nei Paesi del Sud Europa – è davvero radicale”.
LA SUPPONENZA DI BERLUSCONI
Su Silvio Berlusconi, invece, Tsipras non fa sconti: “Tutti sappiamo chi è esattamente Berlusconi e in quale modo è riuscito ad arrivare al potere in Italia: è un prodotto delle storture che si sono accumulate nei paesi del Sud Europa e del coacervo di interessi che unisce il potere politico a quello imprenditoriale. Berlusconi è esattamente figlio di tutto questo. Tuttavia, con le sue mosse è riuscito a guadagnarsi una certa autonomia, caratterizzandosi anche per la sua supponenza”.
IL FENOMENO BEPPE GRILLO
Prendendone le distanze, il leader di Syriza considera Beppe Grillo carente di proposte, un politico che ha scelto di mantenersi più vicino all’area della destra populista, anche se cerca di conservare una certa eterogeneità con incursioni nella sinistra. “Credo che questo fenomeno avrà una certa durata, senza tuttavia garantirsi la possibilità di esercitare un’influenza determinante sugli sviluppi politici a lungo termine”, ha aggiunto Tsipras.
LA SVOLTA DI PAPA FRANCESCO
Il nuovo premier greco ha incontrato Papa Francesco lo scorso settembre e tra i due sembra essere nata una grande intesa. Tsipras crede che il Pontefice “ha compiuto una grande svolta, ha messo in evidenza le grandi ingiustizie e le disparità, ha usato parole di conforto per i più poveri e indifesi, ha analizzato le cause della povertà, come nessun pontefice aveva fatto prima”.
A FAVORE DEL DIALOGO
“È quindi necessario – ha concluso Tsipras nel libro-intervista – che correnti storiche con punti di partenza differenti, come quelle del marxismo e del pensiero di sinistra e quella del cristianesimo – le quali hanno anche molti punti in comune – possano cominciare un dialogo. E non si tratta solo di questo: devono fare in modo che si crei un’alleanza ecumenica contro le forze che oggi mettono a rischio quelle che sono delle conquiste fondamentali della cultura mondiale. Parlo delle forze che pongono al primissimo posto, come valore, solo ed esclusivamente il profitto”.