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Renzi e il salva-Silvio? Che brutta cosa

La notizia di questi giorni è il c.d. “Salva-Silvio una pessima cosa per almeno due motivi: 1) perché appare come l’ennesima norma ad personam fatta di nuovo per il solito Mr.B. La cosa grave è che la paternità di questo orrore giuridico e politico ricade, oggi, sul Segretario del Partito Democratico e Presidente del Consiglio, Matteo Renzi; 2) perché è l’ennesima norma che invece di definire una volta per tutte che l’evasione, qualsiasi essa sia, è deplorevole, mette una piccola toppa dicendo che sotto il 3% l’evasione è lecita. Ma la ratio quale sarebbe?

La lotta per la legalità, così come l’avevo definita in un articoletto del 2013, non può prescindere dal riconoscimento di comportamenti civili minimi: pagare le tasse è una responsabilità nei confronti della collettività e non ci deve essere attenuante di nessun tipo. Se non altro perché qualcuno, è logico che sia così, ne approfitterà. La solita questione della “de-responsabilizzazione”. Una goccia nel mare dell’illegalità. Un qualche cosa da non sottovalutare.  Andrebbe applicato lo stesso sistema che c’è altrove, dove chi evade non riceve un buffetto o una pacca sulle spalle, ma un sonoro schiaffone e viene sbattuto per anni in cella.

Non dobbiamo prendere il caso degli Stati Uniti d’America, basta guardare nella vicina Germania dove proprio negli stessi mesi del processo a Mr.B. il Presidente del Bayer Monaco è stato condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione per evasione fiscale. In quel caso Uli Höness rinuncio al processo in appello riconoscendo di aver evaso oltre 26 milioni di euro. A Mr.B. ne sono stati contestati, se non erro, oltre 400 milioni. E se l’è cavata con i servizi sociali una volta alla settimana per un paio d’ore: ridicolo.

Ancora più sconvolgente è che il premier Matteo Renzi abbia deciso di non mettere mano alla norma prima del 20 febbraio, ossia dopo l’elezione del Presidente della Repubblica. Questo fatto lo reputo abbastanza grave poiché getta un’ombra di dubbio inequivocabile: questa norma è stata volutamente messa in quel documento e approvata in sordina per precedenti accordi con Silvio Berlusconi? E perché la norma non può essere bloccata o modificata subito, ma dopo l’elezione del Presidente della Repubblica?

Non sono solito pensare a retroscena di nessun tipo, ma questa mossa o è ingenua e assai sciocca, o è imposta dalle circostanze e non c’è molto su cui discutere. Oltretutto, dopo aver letto le dichiarazioni di Coppi, avvocato di Silvio Berlusconi che dubbi si dovrebbero avere ancora?

Qui non posso che riportare le parole di Gianni Cuperlo, come si trovano sull’Huffington Post: “volendo liquidare i sospetti di una legge su misura per chicchessia, Renzi ha annunciato il ritiro del decreto con l’intenzione di ripresentarlo solo dopo l’elezione del nuovo Capo dello Stato. Ma usiamo la logica. Se davvero si vuole sgombrare il campo da qualunque ombra il governo ha una strada tracciata. Ripristini il testo autenticato dal ministero dell’Economia e lo renda operativo da subito“.

Anche Scelta Civica avanza la stessa proposta al Governo. Non è più questione di chi ha fatto cosa (anche se presto o tardi dovrà essere chiarita questa situazione in modo definitivo), ma di decenza.

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