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Benvenuti al teatrino del sindaco renziano anti cemento

Un caso mediatico costruito in perfetto stile renziano, capace di bucare lo schermo e conquistare titoli sui giornali con l’immagine della sindaca paladina dell’anti cemento. Poco importa se lei è stata per dieci anni sui banchi di maggioranza in consiglio comunale, prima coi Ds poi col Pd, votando i progetti edilizi oggi tanto bistrattati.

La pensa più o meno così Enzo Raisi, ex deputato Fli, quando gli si chiede la sua opinione sulla vicenda di Isabella Conti, prima cittadina 32enne di San Lazzaro di Savena, comune alle porte di Bologna, balzata agli onori delle cronache nazionali per aver denunciato presunte minacce dopo la decisione di bloccare la costruzione di 582 appartamenti da parte di alcune coop edilizie che non hanno però presentato fidejussioni per 13 milioni di euro. “Pensare che la Conti sia l’alfiere della lotta al mattone mi fa solo ridere, se non addirittura arrabbiare”. dice Raisi in una conversazione con Formiche.net. Oltre alla telefonata di solidarietà del premier Matteo Renzi e al colloquio col neo governatore Stefano Bonaccini, il sindaco sta ricevendo attestati di stima anche da destra. Ma non da Raisi, che a San Lazzaro ci ha vissuto per tanti anni.

UNO SCANDALO GIA’ AMPIAMENTE DENUNCIATO

“San Lazzaro è tra i Comuni italiani ad aver conosciuto nell’ultimo decennio la maggiore espansione urbanistica, spesso con la scusa dell’edilizia popolare visto che lì i prezzi sono più alti che altrove” spiega l’ex coordinatore del Pdl bolognese con un passato in An. Tuttavia, a denunciare la “scandalosa speculazione” e a chiedere di bloccare certi progetti, tra cui quello ribattezzato “Colata” ora al centro dell’attenzione, erano stati “da almeno otto anni consiglieri comunali, comitati e singoli cittadini”. Di esposti la Procura di Bologna ne ha ricevuti parecchi, “io sono stato soltanto uno dei tanti promotori di queste denunce”, continua l’ex finiano, eppure solo dopo le presunte minacce al sindaco i magistrati felsinei si sono mossi, visto che già giovedì prossimo inizieranno le prime audizioni.

LA PALADINA DELL’ANTI MATTONE ARRIVA UN PO’ TARDI

Nella storia recente di San Lazzaro ci sono anche la vicenda dei terreni agricoli del progetto “Colata” acquistati dalle aziende costruttrici a prezzi molto più alti rispetto al valore di mercato e le improvvise dimissioni di un assessore all’Urbanistica che si è scoperto lavorasse anche per una delle coop interessate dall’intervento. Eppure solo ora il caso assume una rilevanza nazionale. “La sindaca Conti è stata per dieci anni in consiglio comunale, ha sempre votato tutti i provvedimenti anche edilizi assistendo silente allo scempio che noi denunciavamo – attacca Raisi -, è stata anche assessore della precedente giunta di Marco Macciantelli che ha approvato il progetto, sempre organica al partito, prima con Bersani poi con Renzi. In campagna elettorale non s’è azzardata a dire di voler bloccare quell’intervento di urbanizzazione. Vederla ora dipinta come la coraggiosa amministratrice contro il cemento, è offensivo nei confronti di chi si è battuto da anni in quella direzione”.

IL CASO MONTATO IN STILE RENZIANO

Sulle minacce ricevute dalla sindaca, Raisi ritiene comunque un “atto doveroso” la denuncia ai Carabinieri, ma ricorda come “io stesso e altre persone abbiamo ricevuto pressioni simili per quel che dicevamo, senza che nessuno si mobilitasse in nostra difesa”. Il riverbero mediatico di questa vicenda rientra quindi all’interno della “politica renziana, fatta di immagine e non di sostanza. E’ stata chiaramente una cosa voluta e costruita, con l’obiettivo di rifare una verginità a una parte del Pd”. Anche perché “nessuno dice che quei terreni restano edificabili, il Comune bloccherà il progetto ma rischia cause milionarie dalle aziende”.

CRITICHE ALLA PROCURA

Infine Raisi ne ha anche per la Procura di Bologna. “Non capisco perché si muova soltanto adesso e con questa tempestività, mentre tante denunce mie o di comitati e cittadini su situazioni analoghe sono state archiviate oppure sono rimaste per tanto tempo nei cassetti arrivando al processo molto tardi, a ridosso della prescrizione”.


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