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Soglia al 3% o premio di lista: dialettica sull’Italicum con il prof. Panebianco

Le osservazioni avanzate dal prof. Panebianco sull’Italicum, come sempre, acute, ben argomentate ed estremamente chiare, questa volta sembrano non aver del tutto centrato il bersaglio “grosso”. La questione delle questioni.

L’idea di un sistema di voto che identifichi immediatamente e senza equivoci il vincitore ed, al tempo stesso, aiuti la strutturazione di un’opposizione credibile sembra configgere più con il premio di governabilità assegnato alla lista vincente, che con la soglia unica di sbarramento al 3%.

Con il premio alla lista, il duello non sarà più tra due blocchi, due coalizioni o due poli. Ma bensì tra due partiti. O, per meglio dire, tra i due maggiori partiti. O, precisando ulteriormente, tra due liste che potrebbero contenere al loro interno esponenti di una serie di soggetti politici diversi.

Nell’un caso come nell’altro, la frammentazione in Parlamento sarà il frutto diretto (più o meno avvelenato) del premio di maggioranza al partito (o lista) vincente.

Con la probabile vittoria del PD, ovvero di una lista-partito, (come prospetta lo stesso Panebianco) sarà facilmente prevedibile la presenza in Parlamento di un’opposizione di sinistra, una di centro, una di centrodestra ed una di destra. È in questo probabile scenario che sarà individuata -in un normale confronto politico di legislatura- una nuova leadership attorno alla quale organizzare una proposta futura. In un tale percorso, per così dire, “normale”, che le opposizioni siano 4, 3 o 5 poco importa (quindi la soglia di sbarramento appare assai ininfluente). Ciò che conta è l’attrattività del progetto politico e la capacità di leadership futura.

Quello che invece dovrebbe allarmare menti lucide come quella del prof. Panebianco, dovrebbe essere sopratutto la preoccupazione dell’ingovernabilità a seguito dell’eventuale possibile (e, per alcuni versi, probabile) frammentazione della maggioranza.

Il premio alla lista vincente, infatti, potrebbe suggerire e consigliare l’approdo a liste eterogenee (formate cioè da esponenti di più partiti anche non proprio affini tra loro) che una volta vinte le elezioni ed incassato il premio di maggioranza potrebbero rivendicare la propria identità trascinando il Paese in uno scenario di deleteria quanto nefasta ingovernabilità.

Questo è il vero problema del nuovo sistema elettorale a cui porre attenzione e rimedio per dare all’Italia governabilità, rappresentatività e pluralità. Elementi storici (e per tanti versi indispensabili) della politica nostrana che mai hanno nociuto alla democrazia quanto la cronica ingovernabilità del Paese.

 

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