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Vi racconto chi era Bernard Maris, l’economista del Charlie Hébdo vittima dei terroristi islamici

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Alberto Toscano apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.

Quel dibattito sull’euro alla tv francese me lo ricordo come se fosse ieri. Bermard Maris diceva e ripeteva, era il 2011, che l’euro avrebbe portato tante sciagure e io gli ribattevo che comunque le cose, almeno in Italia, sarebbero andate peggio senza la moneta unica perché il controllo dell’Europa per noi è comunque un argine a certe cattive abitudini.

Non eravamo d’accordo, come al solito, ma io ho sempre rispettato quell’economista dall’aria simpatica e gauchiste.

Dalla mente abile e con una cultura straordinaria, che gli permetteva di rimbalzare tra i suoi vari mestieri: professore universitario, giornalista e a modo suo filosofo. Soprattutto scrittore di grande efficacia, autore del volume «O la Borsa o la vita», uscito anche in lingua italiana, cosa di cui andava fiero.

Adesso Bernard Maris non c’è più. È una delle dodici vittime (conteggio purtroppo provvisorio) di tre criminali terroristi che hanno aggredito con i fucili mitragliatori la redazione di un settimanale satirico – Charlie Hébdo – di cui quell’intellettuale così simpatico e così anticonformista era fiero di essere un collaboratore regolare.

Con Bernard Maris sono morti alcuni dei più noti disegnatori satirici francesi, che con la loro verve tenevano in piedi questo settimanale vecchio di decenni, che nei propri lettori aveva la sua unica risorsa.

Charlie Hébdo è quanto di più insolente (talvolta simpaticamente insolente e in altri casi con una buona dose di volgarità) si possa immaginare.

Le sue copertine contro la religione sono proverbiali e la Chiesa cattolica è stata più volte (l’ultima in occasione dello scorso Natale) tirata pesantemente in ballo.

Ma è bastato ironizzare su Maometto e si è scatenata la furia dei vendicatori, di cui hanno fatto le spese alcuni personaggi simbolo della sinistra francese e in particolare della sinistra radicale e antimondialista, come appunto Bernard Maris, morto ieri all’età di 68 anni.

Adesso sarà ovviamente il Front National di Marine Le Pen, che denuncia il «pericolo islamico» un giorno sì e l’altro pure, a trarre un vantaggio politico dalla morte del gruppo di intellettuali schierati apertamente contro l’estrema destra. Anche questo è un paradosso della Francia di oggi.

Resta nella memoria il ricordo di quelle persone gentili e coraggiose, che hanno attraversato a modo loro tutte le fasi della recente politica francese. Come il disegnatore Wolinski, uomo di ottant’anni, che è stato negli anni Settanta e Ottanta uno dei personaggi più in vista della stampa comunista transalpina.

Era una sorta di Fortebraccio, solo che usava la matita invece della macchina da scrivere. Poi è entrato in rotta di collisione anche col Pcf e ha preferito andare a disegnare altrove. Adesso era una colonna del settimanale satirico parigino, per il quale è morto come se si trattasse di disegnare una vignetta satirica. C’è da scommettere che stesse sorridendo di fronte all’assassino terrorista che gli ha scaricato addosso i colpi del suo Kalashnikov.

In un discorso alla nazione francese, il presidente Francois Hollande ha proclamato il lutto nazionale. Ma il vero lutto lo hanno fatto decine di migliaia di parigini, che sono scesi in strada e che hanno affollato la Place de la République per inneggiare alla libertà di stampa e per ricordare quelle celebri matite di quei coraggiosi giornalisti di Charlie Hébdo. Oltre naturalmente agli articoli dell’economista anticonformista Bernard Maris, che credeva poco all’euro ma che aveva una gran voglia di discutere, finché gli assassini sono riusciti a farlo tacere per il solo fatto che il suo giornale aveva pubblicato qualche vignetta sul profeta Maometto.


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