Fateci caso. Nel totoquirinale ci sono tantissimi nomi, di diverse culture ed aree politiche ma nessuno di centrodestra. E’ un caso? No, è la fotografia dell’esistente. Semplicemente il centro destra, in Italia, non esiste più. Non c’è sul piano delle idee, delle proposte politiche, degli uomini, della capacità e del valore della sua classe dirigente. E quel poco che c’è quando parla sarebbe meglio se stesse zitto. Vedere in TV Berlusconi e Toti che si lamentano perché tutte le più importanti cariche dello Stato sono in mano alla sinistra è semplicemente penoso, almeno per chi ha sempre votato da quella parte. La politica è come una grande partita a scacchi. La posizione delle pedine sulla scacchiera è il risultato delle mosse che si sono fatte e se pochi pezzi sono rimasti in piedi vuol dire che le mosse erano sbagliate. Le regole del gioco non ammettono che per “riequilibrare” la situazione si possa riprendere qualche pezzo che nel frattempo è saltato. In politica non si fanno e non si accettano regali. Ognuno deve giocare le carte che ha.
Oggi l’Italia vede un centrodestra in crisi di idee e di uomini perché negli anni in cui ha governato il centrodestra ha snaturato se stesso. Perché in Germania e in Inghilterra la situazione è diversa? Perché in quei Paesi i moderati hanno fatto i moderati e hanno portato avanti le loro politiche di rigore, merito e serietà, anche se queste erano al momento impopolari. I risultati hanno dato loro ragione e sono stati premiati. Oggi Germania ed Inghilterra sono paesi guida. Poi può benissimo aprirsi un nuovo ciclo politico ma il valore e il prestigio di quella classe dirigente resta intatto. Da noi invece l’esatto contrario. Al posto del rigore la spesa facile (nei 20 anni di Berlusconi il debito pubblico è aumentato a dismisura come del resto la spesa pubblica), al posto del merito la piaggeria, al posto della serietà la licenza. E ora ci lamentiamo perché gli ultimi tre governi non sono stati eletti? Ma perché nel 2011 Berlusconi quando si dimise non pretese le elezioni? E perché nel 2013 andò al Quirinale a pregare Napolitano di restare al suo posto? Perché evidentemente quelle soluzioni erano per lui e per i suoi interessi, non certo per il Paese e le regole democratiche, le più indolori. Oggi quando dice l’esatto contrario di ieri non è credibile. Nessuno lo sta a sentire o meglio lo sta a sentire chi cerca di strumentalizzarlo a tutto suo vantaggio. Ed è quello che sta facendo Renzi. Ma dai comportamenti anomali ed innaturali non può venire niente di buono per il Paese. Per questo non si può non concordare con quanto hanno scritto su Notapolitica.it Andrea Mancia e Simone Bressan “Giunti a questo punto, considerato che tutti si sono già espressi sull’inesistenza di veti anche sui nomi (pur strampalati) purché garantiscano quell’accordo, fate una cosa molto semplice: scegliete Romano Prodi, votatelo tutti quanti alla quarta votazione e mandatelo al Colle. Almeno così, una volta per tutte, avremo sancito la totale separazione tra il centrodestra culturale, politico, sociale che vive nel paese reale e quello – popolato da zombie – che ormai esiste soltanto in Parlamento.”