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Renzi in Piemonte

Nella visita di Renzi in Piemonte, c’è tutta la sintesi di questo premier. Sintesi che sta, tutta, in una parola che è al tempo stesso una nuvola aerea, un minuscolo salto di pressione acustica, fetido. Un pirito.
Basta un pirito e i rettori degli atenei – che devono campare anche loro –  anziché fare vento e allontanare l’aria cattiva, finiscono autocancellandosi come i sindaci di paese con il tricolore messo di traverso sulla giacca. E spostano nientepopodimeno che l’inaugurazione dell’anno accademico di quattro ore purché il premier sia presente. E domani lo spostamento è dovuto per permettere al premier di andare a fare il batti petto ai funerali di uno dei più grandi capitani d’industria italiani ad Alba, dove il premier a chiappe strette cercherà di evitare che, battendo il petto, esca il peto. E’ ovvio che, davanti al luccichio di una storia d’impresa di successo, tutta snack e merendine, Renzi che è cresciuto con i cartoni animati di Bim Bum Bam e gli spot di Ambrogio che serve, nel luccichio dell’oro, il Ferrero Rocher, non poteva certo mancare. La tipica occasione ghiotta per prendersi un po’ di luce che Il luccicare riflette sempre anche dove c’è il buio e il nulla.

Nel pomeriggio, poi, Renzi sarà a Torino. Le misure di sicurezza – fanno sapere le educatrici del nido Policino che, dentro al Politecnico, si prende cura della prole dei dipendenti dell’ateneo e dei dipendenti delle aziende che hanno contatti con il Politecnico – saranno elevatissime. I bambini sono già stati allertati per canzoncine e battimano. Vietati i peti ai più piccini per non offuscare la nuvola aerea dentro cui si muove il premier.
Dopo un rapido passaggio nell’Aula Magna in cui il premier rimarrà sconcertato dal vedere quanta differenza, in termini di figa e baciapile, tra il senato accademico e quello che si è scelto a Palazzo Madama, state certi il premier dirigerà verso la galassia del pirito moderno per eccellenza e d’eccellenza. Quella innovativa delle start-up. Termine alla moda assai caro al premier. Un corsa, aprendo e chiudendo i bottoni della giacca, entrando e uscendo da una porta all’altra di I3P, l’incubatore delle imprese innovative del Politecnico, dove non c’è che da sperare una cosa soltanto. Che il premier utilizzi i servizi igienici per battezzare la creatività tecnologica con ammoniaca e metano. Sperando, beninteso, che proprio in quel mentre non cambi verso.

Prima di risalire sull’aereo, al pomeriggio neanche troppo tardi, dall’aeroporto Sandro Pertini la dichiarazione del premier sarà più o meno questa: – Oggi ho visto un pezzo d’Italia che ce la fa. L’impresa, la scuola prestigiosa nel Mondo, l’innovazione e le start-up – . In lontananza, dalla strada per Cirié,  un irrispettoso e stentoreo pirito.

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