Riceviamo e volentieri pubblichiamo
“Essere o non essere, questo è il problema” si domandava il principe Amleto. Io, che principe non sono, bensì un umile rappresentante in Parlamento della mia gente, me lo chiedo ormai da molte settimane: cos’è Area Popolare? Qual è la sua prospettiva politica? Me lo domando perché da quanto ho potuto constatare personalmente finora, più che ‘area’, si dovrebbe chiamare “Vuoto Popolare”.
Ncd e Udc (il mio partito) hanno impiegato nientedimeno che sette mesi per giungere a quella che in principio doveva essere una fusione rapida, ma non ‘a freddo’, per la formazione di nuovi gruppi parlamentari in preparazione di un nuovo soggetto politico. E finalmente, dopo ripetuti ‘stop and go’, la montagna ha partorito il proverbiale topolino.
Un topolino zoppo, però. Perché, rispetto alle intenzioni originarie e a tanti bei discorsi, la realtà è stata ed è un’altra: quella di un’operazione di annessione in piena regola, che ci ha visti cannibalizzati dall’azionista di maggioranza, l’Ncd. E così, messi all’angoletto, quasi dietro la lavagna, siamo finiti nel dimenticatoio. Alla faccia della pari dignità! Qui siamo tornati alla logica del ’70-30’ imposto all’epoca da Berlusconi a Fini. Forse pure peggio, visto che il gruppo Area Popolare è composto da 61 parlamentari Ncd e 8 Udc. Insomma, siamo stati oggetto di un’operazione di matematica ultra elementare, per fare solo numero e nulla più: nessuna strategia comune sui provvedimenti, sulle riforme, sulla legge elettorale.
Ma al di là dei numeri, sono i fatti che contano. Nel nostro caso, quelli politici. E i fatti politici dicono che finora, nell’attesa più utopistica che surreale di gettare le fondamenta di una nuova casa dei moderati e dei democratici cristiani, Area Popolare ha rimediato più figuracce che risultati. Una fra tutte, la partita del Quirinale, durante la quale ho votato Matterella senza alcuna esitazione.
Ovviamente, parlo a titolo personale. E lo faccio pure con orgoglio: quello di un democristiano doc, che nello Scudo Crociato è nato e che nello Scudo Crociato – se proprio necessario – vuole morire. Per amor di patria e del mio partito, in fase congressuale mi ero uniformato alla linea, quella appunto di dar vita ai gruppi parlamentari di Area Popolare, purché – lo ripeto – condizionato alla creazione di un nuovo soggetto politico. Politicamente, è trascorso molto tempo da allora. E, come diceva l’indimenticabile Mourinho, ‘Zero tituli’. Quindi, giusto per tornare a Shakespeare, se “essere” significa tutto questo, preferisco “non essere”. Con tutte le conseguenze politiche che ne derivano. Se invece c’è ancora la volontà e l’orgoglio di avviare davvero il progetto “popolare”, visto il fallimento di questa esperienza mai partita, sono pronto a dare il mio contributo ripartendo da zero.
On. Angelo Cera, deputato Udc