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Perché Banzai non ha fatto bingo in Borsa

È stata accolta con freddezza la prima matricola del 2015 sul segmento Star di Borsa italiana. Nessuna pioggia di acquisti su Banzai, nonostante gli investitori esteri siano tornati a guardare e a comprare in generale Italia. Forse però le scelte si sono fatte più selettive e pochi sono disposti a comprare indiscriminatamente qualsiasi cosa solo perché si presenta come una novità.

IL PERCHÉ DI UNA SCONFITTA (CHE POTREBBE ESSERE SOLO TEMPORANEA)
“Non deve stupire questa accoglienza per così dire “freddina” su un titolo che, in realtà, non faceva di fondamentali particolarmente solidi il proprio punto di forza – spiega a Formiche.net Gabriele Roghi, responsabile della consulenza agli investimenti di Invest Banca – Le prospettive di sviluppo di un business tecnologico non sono risultate, al momento, abbastanza interessanti per gli investitori per compensare il deficit di profittabilità nel breve: questo spiega il deludente debutto che non è una sentenza: non è detto che, nelle prossime settimane, nuovi sviluppi di business o aggiornamenti di bilancio migliori delle attese non mettano le ali al titolo. La selettività è comunque necessaria, anche in un periodo in cui i rialzi si devono, più che ai fondamentali, principalmente al contributo della liquidità che cerca strumenti su cui investire sul mercato”.

NON BASTANO I TASSI ZERO DEI BOND PER SPINGERE LE AZIONI
L’errore è semmai credere che “le particolari condizioni monetarie che, ad esempio, sui mercati obbligazionari hanno prodotto l’annullamento della percezione del rischio e provocato l’eliminazione delle differenze di merito creditizio tra emittenti o aziende (con un btp decennale che rende meno dell’omologo inglese e molto meno di quello americano) possano essere un automatico salvacondotto per chi si quota in questo momento. Una residua dose di oggettività e, quindi, di selezione è comunque rimasta, per il momento”, spiega ancora Roghi.

SELEZIONE ANCHE NEL 2015
Nel 2014 la voglia di qualità degli investitori aveva costretto quasi tutte le aspiranti matricole a ritirarsi in buon ordine dal mercato. Moncler negli utlimi giorni del 2013 aveva fatto un vero e proprio boom, poi a inizio anno altri marchi forti come Anima e Fineco avevano ricevuto il plauso degli investitori. Poi già Cerved aveva dovuto quotarsi al minimo della forchetta, mentre Fincantieri era stata costretta a ridurre l’ammontare dell’offerta pur di non rinunciare. Dopo l’estate, le condizioni di mercato hanno volto al negativo. E questa motivazione ufficiale ha fatto fare dietro fronte a Rottapharm, un gruppo pharma poi acquisito da un competitor internazionale, a Sisal, una mera storia di uscita del private equity che non piaceva granché neppure agli analisti. Nell’ondata sono state travolte anche società potenzialmente adatte alla quotazione, come la cartiera Fedrigoni, solida, con il fatturato sbilanciato all’estero e a un prezzo giudicato giusto. Travolte infine le Ipo di Stato che hanno rimandato a data da destinarsi (tranne Rayway).

PROSPETTIVE POSITIVE PER PIAZZA AFFARI
E tuttavia, “le prospettive per la nostra Borsa sono positive – conclude Roghi – sebbene il rialzo di queste prime settimane sia molto importante e potrebbe portare verso i massimi dell’intero anno nel periodo più propizio per la Borsa, vale a dire aprile-maggio, su livelli non così più elevati rispetto alle quotazioni attuali. Dobbiamo ricordare che ci sono ancora molti rischi, non solo sul lato economico e finanziario ma anche politico: le elezioni in Spagna a maggio e il dicembre geopolitico che, al momento, la sbornia di liquidità presente sul mercato ha in qualche modo obnubilato. La speranza è tanta, speriamo che non sia disattesa anche questa volta”.


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