La lettera del governo greco chiede di procedere “congiuntamente, e facendo il miglior uso della flessibilità insita nell’accordo attuale, verso la sua positiva conclusione e revisione sulla base delle proposte del governo greco, da una parte, e delle istituzioni, dall’altra”.
GLI IMPEGNI GRECI
Va in gran parte incontro alle richieste dell’Eurogruppo l’impegno a garantire la copertura finanziaria delle nuove misure e ad astenersi da “azioni unilaterali che minino gli obiettivi fiscali, la ripresa economica e la stabilità finanziaria”. Tuttavia, l’impegno appare limitato all’ambito fiscale e finanziario, e rappresenta comunque un allontanamento significativo dagli impegni del Memorandum; infatti, la lettera chiede di “consentire al governo greco di introdurre le sostanziali e ampie riforme necessarie e ripristinare lo standard di vita di milioni di cittadini greci”.
LE RICHIESTE DI ATENE
Inoltre, non vengono indicati precisi target per il saldo primario, limitandosi a parlare di livelli “appropriati” e tali da “tenere conto della presente situazione economica”. Scontato che si proponga di negoziare un nuovo programma con Unione Europea e FMI, anche se viene chiamato eufemisticamente “Contratto per la ripresa e la crescita”.
LE DIFFERENZE SIGNIFICATIVE
I ministri avrebbero dovuto affrontare la questione in teleconferenza: il fatto che si incontrino di persona suggerisce che le differenze tra Atene e le autorità europee rimangano significative. Ciò è stato evidenziato chiaramente dal comunicato emesso dal ministero delle finanze tedesco, ma è noto che altri paesi sono nettamente contrari ad un allentamento della condizionalità e che sarà necessaria una decisione unanime.
LA RIGIDITA’ TEDESCA
Secondo Reuters, la posizione della Germania si è fatta ancora più rigida e ora include la richiesta che i fondi per la ricapitalizzazione delle banche vengano restituiti all’EFSF. Perciò, è probabile che la Grecia, ormai con le spalle al muro sul fronte finanziario, sarà costretta oggi a rendere ancora più vincolante l’accettazione del programma, accettandone il relativo costo politico sul fronte interno.