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Che paura i social!

Chi ha paura dei social network? Le aziende, grandi e piccole, e i manager, senior e meno. Quella cominciata oggi è la SocialMediaWeek: da Bangalore a Copenaghen, da Amburgo a Giacarta, da Lagos a New York e  Milano si parla fino al 27 febbraio di “mobile class”,  quella nuova e ancora misconosciuta entità sociale definita da un uso intenso ed estensivo di smartphone e tablet e connessa attraverso i social network. Workshop, incontri, confronti sulla rivoluzione che sta cambiando abitudini, stili di vita e di consuno, modelli di comunicazione e quindi di business. Nulla potrà essere più come prima. Eppure…

Eppure aziende e manager italiani sono ancora titubanti, diffidenti, spaventati. Nei giorni scorsi ho fatto una lunga conversazione via Twitter (anche le interviste diventano social…) con Marco Massarotto, fondatore di Hagakure, una delle prime agenzie italiane a credere nella comunucazione social, che è il motore della SMW Milan. Chi avesse voglia di rileggerla tutta, può trovarla qui..

25 milioni al mese, 20 al giorno, 21 da mobile. Tanti sono gli italiani che usano Facebook secondo le recentissime rilevazioni di Vincenzo Cosenza. Eppure le aziende, grandi e ancor di più piccole, non hanno ancora chiaro come approfittare di questo diffusissimo canale. «Manca un approccio strategico da parte del top management. Gli investimenti ci sono ma solo a livello tattico, perché la visione non è ancora messa a fuoco». Insomma le aziende parlano di social, vanno su Facebook, Twitter, Instagram e via socializzando ma non sanno esattamente perché. Non riescono a capire il socialbiz. E i motivi non mancano.«Pensare in digitale significa. A) cambiare il tuo prodotto b) cambiare il tuo mercato c) cambiare i tuoi processi. E cambiare la user experience», spiega Massarotto. Ce n’è abbastanza per capire la resistenza, se non la paura delle aziende (e dei manager). E capire perché quando vengono proposti alcuni buoni esempi, soprattutto internazionali, la risposta comune è: ma quelli sono casi diversi. Talmente diversi molte aziende italiane rischiano di trovarsi spiazzate. Non c’è molto tempo prima di venire superati dalle nuove multinazioni digitali o comunque da “stranieri”. Ecco le previsioni di Massarotto: «Pochissimo tempo per i media; 5/10 anni per le banche; 10/15 per l’industria dell’auto». C’è davvero da aver paura…

P.S. Io sarò alla SocialMediaWeek il 25 pomeriggio a discutere di Innovazione e su come farla in Italia dalle startup alle grandi imprese. Per iscriversi c’è ancora tempo ;-)



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