Il 24 dicembre uomini armati dello Stato islamico hanno sequestrato Maaz al Kassasbeh, un giovane pilota giordano, dopo che l’aereo della coalizione internazionale in cui volava era caduto in Siria. In cambio della sua libertà, i terroristi islamici hanno chiesto a gennaio la scarcerazione dell’aspirante kamikaze qaedista Rajada al Rishavi, detenuta in Giordania con una pena di morte. Lo scambio sarebbe avvenuto, ma ieri l’Isis ha ritenuto “scaduto il tempo” della trattativa e ha diffuso tra i siti jihadisti un video ancora più raccapricciante degli altri: il pilota è stato arso vivo mentre era chiuso in una gabbia.
L’INTERVISTA SU DAQIB
Nelle immagini Kassasbeh veste una tuta arancione, cammina all’aperto e dopo viene rinchiuso in una gabbia di metallo. Racconta in prima persona come è stato sequestrato e perché. Il suo volto è ferito. In seguito, le fotosequenze dell’incendio. Il video, come gli altri di Isis, è in alta definizione, ha una qualità professionale di produzione ed è zeppa di messaggi propagandistici dell’organizzazione.
Kassasbeh aveva 26 anni ed era uno dei prigionieri di più valore simbolico per Isis. Nell’ultimo numero della rivista Dabiq, organo di diffusione e propaganda del gruppo terrorista, era stata pubblicata un’intervista al pilota giordano, insieme a una foto con la tuta arancione.
I SEGRETI DELLA COALIZIONE
L’Intervista sembrava un interrogatorio. Kassasbeh è costretto a dire che “è un assassino dal momento che è entrato all’esercito giordano” e ha cominciato a partecipare nella campagna contro Isis.
Il pilota svela anche gli aeroporti di emergenza in Giordania, Irak, Kuwait e Arabia saudita e anticipa che gli Stati Uniti pianificano le missioni dal Qatar. L’ultima domanda riguarda il suo destino in mano all’Isis e lui risponde: “Lo so, mi uccideranno”.