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Dalla parte di Angela

Furoreggia in questi giorni un’accusa di egemonia Merkeliana sulle vicende ucraine e greche: è una boiata pazzesca! Le crisi recenti consumate in entrambi i due paesi, hanno massacrato ulteriormente un’Europa mediocre terremotata dalla crisi dell’euro. La Germania, che si voglia ammettere o no, alcune riforme fondamentali le ha realizzate – e si vede – ma da come si risolveranno le crisi a Kiev e ad Atene, si contrasterà efficacemente il terrorismo islamico, si riuscirà a tenere in vita l’euro preda di appetiti stranieri, come e se riprenderà lo sviluppo economico, dipenderà l’Europa futura e il suo collocamento rispetto al resto del mondo.

Altroché Germania predona!

Vero è che di fianco ad una Germania che rialza la schiena e acchiappa la ripresa, un’Italia con i lavori in corso continuamente interrotti, una Francia ostaggio di un lepenismo incalzante e un terrorismo sanguinario, una Gran Bretagna in fuga da una Europa ben poco Unione e molto divisa, meno male che Angela e la Germania ci sono! Poiché la garbata e granitica Cancelliera ha tenuto i fili del dialogo e dell’accordo tra Putin e l’Ucraina, è sempre lei che mantiene ferma la barra delle regole greche e i flirt demenziali di deroga anche nostrani, che condanna senza appello la xenofobia antisemita.

E perché è sempre la Cancelliera statista che induce i politicanti al ragionamento, quando gli Usa non si fanno sentire nella guerra in Medio Oriente e Putin saccheggia la Georgia e preda l’Ucraina: l’Europa è destinata a dipendere dagli Usa perché non dispone di una politica di difesa e di non oltraggio da parte dei falchi della sua debolissima integrità territoriale. Mentre Bruxelles promette debolmente risorse per fronteggiare gli sbarchi clandestini e gli sciacalli dell’Isis già peraltro stabilitisi nel Bel Paese, noi impariamo bene a dare una lettura lucida ai numeri che ci dicono il nostro stato di insalubrità.

In Italia sono due milioni e mezzo i giovani tra 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano. Dati del 2013 alla mano, si tratta del 26% degli under 30, più di 1 su 4. Nell’Unione europea peggio fa solo la Grecia (28,9%). Ne abbiamo il triplo della Germania (8,7%) e quasi il doppio della Francia (13,8%). Intanto la popolazione italiana invecchia. Al primo gennaio 2014 ci sono 154,1 anziani ogni 100 giovani. La Liguria si conferma la regione più anziana, mentre la Campania è la regione più giovane. In Europa solo la Germania presenta un indice di vecchiaia più accentuato (158,4).

Circa la metà delle famiglie, il 12,4% dei nuclei, si trova in grave difficoltà. Il lavoro resta un problema: tra i 20 e i 64 anni lavorano meno di sei persone su dieci. Nel 2013, infatti, il tasso di occupazione per questa fascia d’età è calato, scendendo sotto quota 60% (si è fermato al 59,8%). Nella graduatoria europea, solamente Grecia, Croazia e Spagna presentano valori inferiori. Tra il 2000 e il 2013, il Pil pro capite italiano è sceso del 6,6% e nel solo 2013 è diminuito del 2,4% in termini reali.

A salire è la pressione fiscale: raggiunge il 43,3% nel 2013, un valore che tra i principali partner europei viene superato solo dalla Francia. E al 30% la quota di famiglie italiane che percepiscono un elevato rischio di criminalità nella zona in cui vivono. Ecco, meno male che la Germania c’è e tiene botta.



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