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Droni, ecco cosa cambia nei cieli Usa

La FAA (Federal Aviation Administration), l’ente che sovrintende e regolamenta l’aviazione civile negli Stati Uniti, ha reso note domenica scorsa le proprie proposte per la nuova regolamentazione per l’utilizzo dei droni nei cieli americani. Sarà un cambio graduale, presumibilmente entro il 2017, dopo una fase di attenta verifica.

Finora i droni sono stati utilizzati soprattutto per usi militari. Essi sono, infatti, un’alternativa molto più economica e conveniente rispetto agli elicotteri utilizzati in alcune operazioni.

Possedere un drone oggi negli Stati Uniti non è affatto semplice: è richiesto un permesso speciale che viene rilasciato raramente e con molte difficoltà. Ora queste regole potrebbero cambiare e potrebbe essere molto più facile ottenere i permessi. Grazie a questo, infatti, secondo alcuni studi si creerebbero nei primi tre anni 70.000 nuovi posti di lavoro con un impatto economico di oltre 13,6 miliardi di dollari.

DIVERSI MODELLI DI DRONI

Esistono vari modelli di droni. I Predator e i Global Hawk, ad esempio, sono gestiti da militari e sono grandi quanto un jet da combattimento. Ne esistono invece di più piccoli, come l’ “AeroVironment Nano Hummingbird”, che ha un’apertura alare di soli 16 centimetri, mentre ad Harvard è stato sviluppato un drone chiamato Robobee che ha le dimensioni di un insetto.

POSSIBILI UTILIZZI

Questi aerei senza pilota potrebbero essere efficaci in operazioni di ricerca e di salvataggio, oppure contribuire ad analizzare scene del crimine, o essere impiegati per il monitoraggio degli incidenti stradali, o ancora per individuare piantagioni illegali di marijuana. Un’altra applicazione possibile potrebbe essere legata alla logistica. Amazon, ad esempio, vorrebbe consegnare i propri libri a domicilio con i droni. Ma in fondo si potrebbe trasportare qualsiasi cosa: dal pranzo per studenti e lavoratori ai medicinali in zone irraggiungibili.

FAVOREVOLI E CONTRARI

Chi è a favore del loro uso aspetta di vederli al più presto moltiplicarsi nello spazio aereo nazionale. E’ un po’ come il lancio dell’automobile o di internet, dice qualcuno, e il loro valore di mercato potenziale è di ben 12 miliardi di dollari entro il 2023. Chris Anderson, l’ex direttore della rivista Wired e ora a capo di una società che produce piccoli droni – la 3D Robotics – dice che l’avvento dei droni è in qualche modo uno spin-off della rivoluzione degli smartphone. “L’esercito ha inventato internet ma le persone lo hanno colonizzato. Noi vogliamo demilitarizzare e democratizzare i droni”.

Molti invece sono contrari all’uso dei droni perché preoccupati per la privacy dei cittadini. Quando e dove lo Stato è autorizzato a controllare le persone? Come e vengono utilizzati i dati raccolti? E per quanto tempo? Dianne Feinstein, senatrice democratica, ha dichiarato che la più grande minaccia per la privacy degli americani è il drone e i suoi usi, soprattutto dopo le rivelazioni di Edward Snowden, fondatore di WikiLeaks.

LA REGOLAMENTAZIONE OGGI

Ad oggi esistono solo delle linee guida che regolamentano i voli di questi piccoli aerei a controllo remoto. Le agenzie governative e militari hanno bisogno di un certificato per volare nello spazio aereo civile e alle aziende è proibito far volare i droni senza una speciale autorizzazione. I voli di droni sono consentiti a privati cittadini per scopo ludico e a condizione di stare sotto i 400 piedi e almeno a cinque miglia di distanza da un aeroporto. Tuttavia queste linee guida sono spesso ignorate: non sono pochi i piloti di aerei che hanno denunciato delle “quasi-collisioni” con un drone.

COSA CAMBIEREBBE

Le nuove norme proposte dalla FAA si applicherebbero solo ad aziende e categorie professionali che vogliono far volare piccoli droni a scopo commerciale. Per ottenere la licenza si dovrà superare una prova scritta, registrare il drone e pagare 200 dollari di tasse. Non servirà né possedere la licenza di pilota né dimostrare la propria abilità nel volo.

Sarà possibile far volare i propri droni soltanto durante le ore diurne, e comunque non dovranno mai essere persi di vista da chi li manovra da terra. Non sarà possibile, quindi, far volare i droni per lunghe distanze, e questo ne precluderebbe l’uso ad aziende come pizzerie, editori di giornali e a società come Amazon che vorrebbero consegnare a domicilio i propri prodotti.

Potranno volare a non più di 100 miglia all’ora, rimanendo sempre sotto i 500 piedi.

Queste norme, se approvate in via definitiva, si applicherebbero solo a droni con un peso non superiore a 55 libbre, mentre ci vorranno ancora diversi anni per giungere a una regolamentazione per i droni più pesanti.

Inoltre si sta pensando a un gruppo di regole dedicato ai mini-droni, ovvero quelli che pesano meno di 4.4 libbre. In questo caso non si dovrebbe superare alcun test, ma basterebbe solo presentare una dichiarazione scritta alla FAA autocertificando la conoscenza delle regole sulla sicurezza aerea. Queste norme non si applicherebbero per chi usa i mini-droni per hobby.

Invece le agenzie militari e governative che vorranno utilizzare i droni saranno costrette – così come disposto da una direttiva della Casa Bianca – a dichiarare pubblicamente dove volano e come vengono utilizzati i dati raccolti durante i voli di questi piccoli aerei.


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