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Ecco chi sono i nuovi Facebook warrior dell’Esercito inglese

L’Esercito britannico sta allestendo una nuova divisione che userà le “operazioni psicologiche” e i social media come arma fondamentale per “permettere alla Gran Bretagna di combattere nell’era dell’informazione”. Si tratta della 77ma Brigata (annunciata in questi giorni, nascerà formalmente ad aprile), costituita sia da truppe regolari che di riserva (per il 42%), per un totale di 2.000 soldati, con sede a Hermitage, Berkshire. La British Army diventa così più “smart”, ha detto il suo numero uno, Generale Nick Carter.

Questa divisione avrà capacità che vanno “oltre quelle tradizionali”, ha dichiarato un portavoce dell’Esercito. “Le azioni degli altri nel moderno campo di battaglia possono essere influenzate in modi che non sono necessariamente violenti e noi faremo tesoro di quanto appreso nelle nostre operazioni passate, specialmente in Afghanistan”.

LEZIONI DALL’AFGHANISTAN

L’Esercito inglese dice di aver tratto preziosi insegnamenti dalle missioni in Afghanistan, tra cui il fatto che non si possono vincere le guerre usando solo la forza militare. L’iniziativa di Londra risponde anche ai recente eventi sullo scacchiere internazionale, dalla crisi ucraina all’ascesa dello Stato Islamico in Siria e Iraq. Per affrontare queste sfide la nuova brigata sarà costituita da combattenti che sono abili nella comunicazione sui social media ed esperti nelle “psyops” – le operazioni psicologiche.

Questi militari di nuova generazione cercheranno di influenzare le popolazioni locali e cambiarne comportamenti, atteggiamenti e modi di pensare attraverso sia metodi tradizionali che non convenzionali, interagendo a livello psicologico e tramite i nuovi media. Le loro armi saranno le campagne su Twitter e Facebook, ma anche lo smascheramento delle false informazioni date dal nemico o delle verità che il nemico nasconde, azioni “false flag” — che indirizzano le responsabilità verso il nemico anche se il nemico non ne è autore — e raccolta di informazioni tramite intelligence.

Alcuni civili con le competenze necessarie per questi compiti opereranno a fianco dei militari e potrebbero essere mandati in missione per lavorare sulle menti e la psiche delle popolazioni soggette ai “nemici”.

UN NOME CONTROVERSO

Il nome 77th Brigata è stato dato come tributo ai Chindit, un’unità di forze speciali dell’India britannica guidata dal Generale maggiore Orde Wingate che applicava tattiche di guerriglia contro i giapponesi in Birmania durante la seconda guerra mondiale e nota per aver adottato metodi non ortodossi (e anche controversi) che hanno permesso il successo degli inglesi nonostante le loro forze fossero inferiori a quelle giapponesi e anche grazie al sostegno delle popolazioni locali.

I figli dei veterani (i sopravvissuti sono pochi, i Chindit ebbero gravissime perdite) di quell’unità speciale non approvano però il parallelo: la nuova brigata è anti-convenzionale come quella, ma non ha altri punti di contatto, sostengono. Per Londra, però, è la flessibilità con cui si affronta il nemico l’elemento in comune.

L’ESERCITO DEL FUTURO

Paul Rogers, professore di sicurezza internazionale della University of Bradford, ha affermato che l’annuncio da parte dell’Esercito britannico rappresenta una “forte espansione” delle operazioni psicologiche dei militari e un “tentativo di rebranding e aggiornamento” di questo genere di attività. Rogers dice che gli inglesi hanno incontrato tante difficoltà in Iraq e Afghanistan dove le forze nemiche usano sapientemente i social media: “Lo abbiamo visto con lo Stato Islamico: ha un’incredibile capacità su Internet, Facebook, Instagram e il resto”.

Un ex dipendente dell’Esercito britannico che ha già preso parte ad operazioni psicologiche nei Balcani, in Afghanistan e in Iraq, Simon Bergman, pensa che questa iniziativa aiuterà a costruire “l’Esercito del futuro”: “Per esempio, la 77ma Brigata avrà un’ampia componente di soldati per gli affari civili che lavoreranno tra le popolazioni con effetti più ampi di quelli che si possono ottenere sul campo. In Afghanistan abbiamo imparato che l’esercito non lavora isolato ma come componente del governo”.

Infatti i nuovi soldati prenderanno parte anche alle attività di ricostruzione, assistenza umanitaria, rafforzamento della società civile e delle locali forze di sicurezza.

QUALCHE CRITICA

Non tutti gli addetti ai lavori plaudono all’iniziativa di Londra. Qualcuno teme che dirottare forze verso le battaglie su Facebook e Twitter significhi meno disponibilità di truppe sul campo. Il Colonello Richard Kemp ha dichiarato: “Credo che questa iniziativa non debba avvenire alle spese delle forze di combattimento. Da dove arriveranno i 2.000 soldati della nuova brigata? Probabilmente da tagli nelle truppe operative e credo che questo sia un errore. Penso che le forze britanniche siano già state ridimensionate fin troppo in un mondo sempre più instabile e pericoloso”. Kemp ammette che l’avvento di Internet cambia anche il modo di fare la guerra, ma la nuova brigata dovrebbe avere forze reclutate ex novo e non sottratte ad altri dipartimenti.

La creazione della nuova unit è parte di un ampio piano di ristrutturazione dell’Esercito britannico in corso (Army 2020 plan) che prevede una diminuzione degli effettivi a circa 82.000 nei prossimi cinque anni. La 77ma Brigata ha sollevato perplessità anche per il coinvolgimento dei civili che serviranno a fianco dei militari.

ANCHE IN USA E ISRAELE

Le operazioni psicologiche sono già diffuse nelle forze militari di Israele e Stati Uniti. Pioniere di queste tecniche è stato l’Esercito israeliano, IDF (Israel Defence Forces): fin dal 2008-2009 (guerra a Gaza, operazione Cast Lead) ha truppe dedicate che operano unendo le tradizionali tattiche militari con l’uso dei social media. L’IDF è attivo su 30 piattaforme social – tra cui Twitter, Facebook, Youtube e Instagram – in sei lingue. “Questo ci permette di raggiungere fasce della popolazione che altrimenti non riusciremmo a raggiungere”, ha dichiarato un portavoce dell’Esercito israeliano. Le tecniche social dell’IDF vengono studiate da diversi paesi occidentali, desiderosi di imparare a condurre operazioni psicologiche. Nella guerra a Gaza della scorsa estate (Operazione Protective Edge), l’IDF e il braccio miliatare di Hamas, le Brigate al-Qassam, hanno twittato abbondantemente, a volte anche rispondendo direttamente gli uni ai messaggi degli altri.

Quanto agli americani, dal 2006 le operazioni psicologiche ricadono sotto lo US Army Special Operations Command; le unità sono passate nel 2011 a quattro, di cui due costituite da forze di riserva. Sul sito dello US Army ci sono decine di posizioni aperte per “specialista delle operazioni psicologiche“; l’Esercito Usa cerca esperti di “information and media” capaci di valutare le necessità di informazione di una specifica popolazione e sviluppare ed erogare il giusto messaggio nel momento e nel posto giusto per creare il risultato pianificato – fondamentalmente diffondere comportamenti favorevoli alle forze Usa e alleate, screditare il nemico e creare defezioni tra le sue fila.



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