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Ecco perché l’Iran rinuncia allo Spazio

Articolo tratto da Nota Diplomatica

Dopo anni di spese massicce e di propaganda martellante, il 9 gennaio l’Iran ha chiuso in sordina il suo programma spaziale. Il personale è stato riassegnato ad altri progetti, soprattutto presso i Ministeri delle telecomunicazioni e della difesa.

L’Agenzia Spaziale Iraniana nella forma finale si doveva all’ex Presidente Mahmoud Ahmadinejad, che nel 2010 ha unito sotto la presidenza i vari piccoli istituti di ricerca che lavoravano sul tema. Ha spiegato: “Quando lanciamo un satellite nello spazio, è uno stimolo enorme per il morale del pubblico”.

Dei 24 satelliti disegnati dall’agenzia, solo tre—con a bordo equipaggi di vermi, ragni e qualche scimmia —sono arrivati in orbita su vettori iraniani. Molti dei lanci programmati sono falliti clamorosamente.

Anche altri paesi improbabili, l’Iraq di Saddam Hussein, la Libia e lo Zambia hanno avuto floridi programmi spaziali, ma l’esplorazione del cosmo risulta una forma di propaganda dal costo sicuramente molto alto—e dai fallimenti a volte eccessivamente rumorosi.


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