L’escalation di crudeltà e atrocità messa in scena dai miliziani dello Stato Islamico ha raggiunto livelli inauditi con l’esecuzione di Muadh Kasasbeah, il pilota giordano 27enne catturato lo scorso 24 dicembre dopo l’abbattimento del suo caccia. L’uomo è stato chiuso in una gabbia e bruciato vivo mentre le stesse telecamere che hanno registrato le innumerevoli decapitazioni che si sono susseguite in questi mesi, da James Foley a Kenji Goto Jogo, riprendevano la straziante scena.
L’ESCALATION DI VIOLENZA DELL’ISIS E LE REAZIONI DI GIORDANIA E USA
Un atto che in queste ore ha spinto la Giordania a scatenare una pesante rappresaglia contro l’Isis che, a detta del ministro degli Esteri, Nasser Judeh, «è solo all’inizio», mentre gli Stati Uniti hanno fatto sapere tramite i responsabili dello Us Central Command che si stanno raccogliendo più informazioni possibili di intelligence sulle difese Isis a Mosul «per decidere se raccomandare l’invio di truppe sul terreno per coadiuvare l’esercito iracheno nella riconquista della capitale del Califfato».
LUTTWAK: “ISIS” È UN EUFEMISMO PER NON USARE LA PAROLA ISLAMICO
In un contesto di allerta e di tensione costante su quello che potrà accadere, con lo Stato Islamico che guadagna terreno in Libia e, secondo l’ambasciatore libico presso gli Emirati Arabi Uniti Aref Ali Nayed, minaccia di esportare il terrorismo sul lato opposto del Mediterraneo, il politologo americano Edward Luttwak torna a criticare l’approccio dei leader occidentali allo Stato Islamico. «È molto dannoso che i presidenti Obama, Hollande e molti altri continuino a etichettare erroneamente L’Etat Islamic, The Islamic State, l’ad-Dawla al-Islamiyya, come “Daech” o “ISL” o “ISIS”, “AYSL”. Questi sono eufemismi controproducenti, per evitare di usare la parola “islamico”», spiega a Formiche.net.
UN APPROCCIO CONTROPRODUCENTE
«Questo tipo di atteggiamento – aggiunge l’analista americano – non fa altro che danneggiare tutti quei genitori dalla mentalità aperta provenienti delle terre musulmane che stanno tenendo i loro figli lontani dalle scuole islamiche e dalle moschee a causa di ciò che l’Islam è realmente, dai terroristi di Abu Sayyaf nelle Philippine a Boko Haram della Nigeria». Perché, specifica, «quei bambini tornano a casa e “sfidano” i propri saggi genitori citando tutte le belle cose che gli insegnanti e il preside dicono dell’Islam, la religione della pace».
LO STATO ISLAMICO SEGUE ALLA LETTERA LA LEGGE ISLAMICA
Ma l’uccisione del pilota giordano per Luttwak ha dimostrato bene come «lo Stato islamico segua pedissequamente la legge islamica. E lo fa bruciando vivo il traditore musulmano che ha bombardato i musulmani per servire dei non-musulmani, mentre Foley il cristiano e Sotloff l’ebreo, sono stati uccisi in fretta e in maniera “compassionevole”, proprio come gli animali dovrebbero essere macellati dai religiosi musulmani ed ebrei», dice Luttwak a Formiche.net.
«Lo Stato Islamico è quindi ancora più islamico del nostro grande alleato rappresentato dall’Arabia Saudita, che ha condannato alla fustigazione, per “aver insultato l’Islam” l’attivista e blogger Raif Badawi», che oltre a scontare dieci anni di carcere e a pagare una multa di un milione di riyal (266mila dollari), riceverà in totale mille frustate, momentaneamente interrotte per motivi di salute. Perciò, conclude Luttwak, «basta parlare di “Daech” “ISL” o “PISL” per favore, è lo Stato Islamico che segue la legge islamica, alla lettera».