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Elezioni in Liguria, tutti pazzi per don Farinella a sinistra?

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class Editori e dell’autore, pubblichiamo l’articolo di Giovanni Bucchi uscito oggi sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi

La sinistra ligure si affida a un prete. Senza un leader politico e frastagliata in diverse sigle, ha trovato il suo king maker in don Paolo Farinella, parroco di San Torpete di Genova ma soprattutto attivista politico degno erede del concittadino don Andrea Gallo. È stato lui venerdì scorso ad aver riunito in un’assemblea dentro la sua chiesa in piazza San Giorgio i vari movimenti e partiti a sinistra del Pd, in fibrillazione in vista delle elezioni regionali dopo la contestatissima vittoria alle primarie della renziana, Raffaella Paita, culminata nell’uscita polemica dal partito dello sconfitto Sergio Cofferati.

Peccato però che a questa area politica manchi un uomo (o una donna) su cui puntare per scalare la Regione. Don Farinella se n’è accorto, motivo per cui sta cercando lui in prima persona, che di mestiere dovrebbe fare ben altro, di metterci una pezza. Scrittore, saggista, editorialista del dorso locale di Repubblica e pure di Micromega, amico di Maurizio Landini e di Paolo Flores d’Arcais, più volte scontratosi col cardinale Angelo Bagnasco e mai tenero nei confronti di Benedetto XVI, questo sacerdote di 58 anni ha messo nero su bianco il suo manifesto politico nel libro L’Italia che vorrei. Ripartire dalla Liguria in uscita fine mese per le edizioni Gabrielli.

Ai suoi compagni di partito de l’Altra Liguria, che contempla Rifondazione comunista, Verdi e lista Tsipras, don Farinella nei giorni scorsi ha detto di avere individuato due nomi per il potenziale candidato governatore ligure: uno maschile e uno femminile. Rilanciando poi il tutto durante l’omelia della messa domenicale, tra un commento al Vangelo e qualche idea dispensata dal pulpito su come sconfiggere il Pd renziano. Secondo il Secolo XIX, un candidato proposto dovrebbe essere Domenico Finiguerra, blogger del Fatto Quotidiano e tra i promotori del referendum sull’acqua pubblica. Massimo riserbo invece sul nome della donna.

Riuscirà don Farinella a far convergere tutte le sigle sui nomi da lui avanzati? Per ora quelli verificati e sondati sotto le volte di San Torpete non hanno riscosso un grande successo. Il prete genovese vuole tenere sotto lo stesso tetto sia l’Altra Liguria che il network Rete a Sinistra nel quale sono confluiti Sel, civatiani, sostenitori di Cofferati, lista Doria, la rete Arci e la comunità di San Benedetto al porto fondata da don Gallo; tuttavia, senza un candidato condiviso l’operazione rischia di saltare. Lo stesso sacerdote durante l’assemblea in chiesa ha lanciato un appello all’ex sindaco Pds di Genova e magistrato, Adriano Sansa, avversario politico di Claudio Burlando, che però ha declinato l’invito sia di candidarsi che di fare il padre nobile di questa coalizione, così come ha ribadito per l’ennesima volta di non volersi candidare il figlio Ferruccio Sansa, giornalista del Fatto.

Sono poi tramontate le ipotesi sull’assessora milanese, Francesca Balzani, su Cofferati e su Sabina Rossa, figlia di Guido, operaio ucciso dalle Br. Trovano veti interni pure Luca Pastorino, deputato civatiano e sindaco di Bogliasco, dove secondo alcuni avrebbe fatto costruire qualche villetta di troppo, e il parlamentare di Sel, Stefano Quaranta. Mentre il magistrato della Dda Anna Capena si è detta non interessata e il capogruppo del M5s in Comune a Genova, Paolo Putti, ormai sempre più in rotta con Grillo, per ora ha solo partecipato all’assemblea in chiesa e ci va molto cauto avendo già una candidata da sostenere come Alice Salvatore, vincitrice delle regionarie pentastellate.

Lo schema che ha portato Doria a diventare sindaco di Genova fatica quindi a riproporsi su scala regionale. A meno che non sia proprio don Farinella a decidere di gettarsi nella mischia.



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